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Enna ha la sua prima vittima di Coronavirus. Un anziano di 82 anni. L’appello del sindaco

Enna ha la sua prima vittima legata al Covid-19. Si tratta di un anziano di 82 anni con pregresse patologie. In quarantena la sua famiglia. A seguito di questo triste evento, il primo cittadino Maurizio Di Pietro, rivolge un appellp alla comunità.

Miei Concittadini,
oggi sento di dovere rivolgervi un appello. Premetto: non è mia intenzione allarmarvi, è però mio dovere informarvi e, se ci riesco, proteggere la comunità che siamo. Partiamo da un dato: negli ultimi quattro giorni, in Italia, il coronavirus ha ucciso più di 1.500 persone. Non è poco più di un’influenza, è una strage ! E se anche fosse vero – lo è sino ad un certo punto – che si tratta di persone anziane e con altre patologie, l’idea non può certo consolarci semmai dovrebbe spronarci ad una maggiore responsabilità nei confronti di chi è più fragile e dunque più bisognoso del nostro aiuto. Stamani è morto un nostro concittadino ! Gli scienziati concordano sul fatto che il primo strumento di contenimento del contagio è il rimanere a casa ed evitare il più possibile i contatti umani. Così in Cina hanno efficacemente arrestato il contagio. Il Governo ha stabilito delle regole che possono essere osservate in modi molto diversi e diversamente efficaci. Posso rispettare le regole vigenti uscendo almeno tre volte al giorno, giustificando le mie uscite, ammesso che qualcuno mi controlli (ad Enna i controlli li stiamo facendo), la prima volta dichiarando di recarmi a fare la spesa per la mia famiglia, la seconda di farla per i miei genitori anziani che non possono uscire e la terza volta per andare in farmacia a comprare dei farmaci oppure posso fare tutte queste cose insieme uscendo di casa una volta sola, magari ogni tre giorni ! Capite quale differenza c’è tra il primo modo di rispettare formalmente le regole ed il secondo, in termini di persone che quotidianamente circolano per strada e che rischiano di diffondere il virus ? C’è ancora troppa gente in giro, lo vedo quotidianamente e le sanzioni che pure applichiamo ai contravventori non bastano senza la consapevolezza collettiva della gravità della situazione. Molti tra noi potrebbero essere positivi ed asintomatici e dunque inconsapevolmente vettori di contagio. Questa settimana e la prossima potrebbero essere decisive per contenere i contagi importati da chi è tornato negli ultimi giorni dai focolai del virus. Già in provincia si registrano casi che ci preoccupano e rischiano di mettere a dura prova il nostro sistema sanitario, come è drammaticamente dimostrato dal sistema sanitario lombardo, il migliore che l’Italia possa vantare. Non c’è condotta più efficace che ridurre al minimo indispensabile i contatti dunque bisogna restare a casa ed uscire quando non se ne può fare a meno ! Verrà di nuovo il tempo per le corsette salutari di chi magari non ha mai corso negli ultimi trent’anni ma oggi deve sfogare lo stress di stare in casa. Certo non è divertente modificare le abitudini di vita che abbiamo consolidato, non vedere le persone a cui vogliamo bene, non curare i nostri hobby ma questo sacrificio è necessario per poter continuare a fare tutte quelle cose e per poterle fare al più presto. E poi, credetemi, è più stressante uscire di casa per andare in ospedale ad assistere i malati o per andare a prendere servizio nel Corpo della Polizia locale e nelle altre forze dell’ordine o per aiutare, da volontari o da professionisti della protezione civile, chi è in difficoltà, esponendo se stessi ed i propri familiari al rischio di contagio. Sono loro, spesso privi di attrezzature adeguate, gli eroi del nostro tempo e sono gli unici che possono dirsi stressati. Da oggi i controlli saranno ancora più rigorosi. E’ nel nostro interesse e per il nostro bene. State a casa, state a casa, state a casa ! Vi abbraccio idealmente tutti, speriamo di poterlo fare presto anche fisicamente. Dipenderà solo da noi !

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