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“Mafia è stato”. Gli studenti incontrano l’autore

Questa mattina all'auditorium della scuola Francesco Paolo Neglia

“Mafia è stato”. Il titolo del libro scritto dal giornalista ennese Paolo Di Marco, la dice lunga sul suo contenuto. Questa mattina, nell’auditorium della scuola Francesco Paolo Neglia, gli studenti delle classi seconda e terza media, insieme agli alunni delle ultime classi del liceo linguistico e del liceo delle scienze umane, hanno incontrato l’autore del libro che ha dapprima presentato il suo lavoro e successivamente ha risposto alle domande degli studenti.

Una breve biografia del giornalista è stata tracciata dalla professoressa Rosalba Fonte che ha riportato l’attenzione dei presenti al premio regionale di giornalismo per le scuole, promosso dall’associazione culturale onlus “Emanuele Fonte il cronista”.  Quest’anno il tema della manifestazione è: “Liberi insieme contro la mafia”.

La professoressa Fonte ha sottolineato l’importanza della presenza del giornalista Di Marco con il quale tre anni fa collaborò per la nascita della manifestazione realizzata in memoria del padre grande giornalista del territorio ennese.

Paolo di Marco Paolo è un funzionario dell’Ente Sviluppo Agricolo e dal lontano 1983 coltiva la sua passione, il giornalismo. Scrive sul Giornale di Sicilia fino al 2016 occupandosi di politica e di Enti locali.  In questo suo ultimo libro, l’autore immagina di intervistare Napoleone Colajanni. Un botta e risposta a distanza di oltre 100 anni con l’onorevole che denunciò lo scandalo della Banca Romana. Insieme raccontano come nasce la mafia in Sicilia e come dopo quasi due secoli sia cambiato veramente poco.

Una sintesi del libro ed una collocazione storica del testo è stata fatta questa mattina dalla dirigente Marinella Adamo.

Il primo omicidio di mafia della storia è dunque quello di Emanuele Notarbartolo. Deputato della destra, sindaco di Palermo ma la cosa più importante che lo condannò a morte, direttore generale del banco di Sicilia. Fu ucciso perché Notarbartolo espletò il suo compito con onestà e invece si accorse che all’interno del banco di sicilia c’era un consiglio di amministrazione, nominato dalla politica, che faceva tutto i contrario di quello che si doveva fare. E fu l’onorevole Palizzolo componente del consiglio di amministrazione a condannarlo a morte per mano di Giuseppe Fontana.

Un libro molto interessante la cui presentazione oggi agli studenti è stata occasione di domande interessanti sul fenomeno mafia. Al termine dell’intervento, infatti, i ragazzi hanno rivolto le loro domande all’autore. Dopo un iniziale momento di timidezza, i giovani, anche i più piccoli delle scuole medie, hanno iniziato ad interagire con il giornalista parlando proprio del fenomeno mafia. A riprova del fatto che l’argomento è di particolare interesse tra i giovani che hanno tra l’altro chiesto come è possibile superare gli stereotipi che vedono i siciliani spesso associati al termine mafioso.

 

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