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Lago di Pergusa. I chiarimenti forniti dal Presidente del Consorzio Ente Autodromo appaiono quasi delle ulteriori motivazioni a chiedere con forza la modifica delle condizioni in cui versa la Riserva Naturale

Leggiamo sulla stampa una risposta del Presidente del Consorzio Ente Autodromo, Sgrò, al comunicato Stampa di Legambiente in merito allo spostamento della manifestazione “Puliamo il tuo parco”.

I chiarimenti forniti dal Presidente appaiono quasi delle ulteriori motivazioni a chiedere con forza la modifica delle condizioni in cui versa la Riserva Naturale. Il fatto che la pista fosse stata anzitempo “prenotata” mediante comunicazione all’ente gestore, o che, a detta del presidente, l’importanza dell’evento svolto, sia stata tale da giustificare la chiusura, non fanno che porre a chiare lettere la questione principe della fruibilità di una delle più importanti aree naturalistiche del Mediterraneo.

La pista cinge per intero il lago e le sue rive, vi si incolla addosso, e il suo uso, ad oggi, preclude all’ennese ed al visitatore di poter godere del lago e delle rive stesse. Ciò non è più possibile.

Legambiente chiede a gran voce che venga stabilito definitivamente che qualsiasi sia l’uso della pista debba poter essere consentito a chi voglia l’accesso all’area naturale mediante l’uso di un percorso che superi la pista da uno dei due cavalcavia e che sia messo in sicurezza l’accesso al sentiero di Riva dei giunchi. La rimanente favoletta del “proditorio attacco” che gli “ambientalisti” avrebbero messo in atto in occasione della prossima grande manifestazione motoristica non è altro che la benzina utile ad alimentare l’alibi usato da anni per nascondere la incapacità strutturale e gestionale del Consorzio. Quella pista riesce a proporsi solo quando altri territori rinunciano alle manifestazioni conoscendone bene il peso ambientale. Così è avvenuto ad Imola per la 24 ore che si correrà a Pergusa, non voluta dagli abitanti dell’area romagnola a causa del rumore molesto provocato dalle auto.

Il Consorzio continua ad essere uno degli enti più costosi di Sicilia senza che a questo costo immane si affianchi una qualche parvenza di rientro economico. Centinaia di migliaia di euro che potrebbero servire per il rilancio turistico di un’area che va da Piazza a Nicosia e che, invece, vengono letteralmente impiegati in un pozzo senza fondo dove da decenni non si vede un gara che possa chiamarsi tale.

Sgrò continua a indicare come responsabili di questo fallimento gli ambientalisti, bene, ci dica quante volte una auto sia stata fermata da un intervento di Legambiente, ci dice come mai, potendo correre dal 15 marzo al 30 ottobre di ogni anno, durante la sua presidenza (ed egli è al secondo mandato) non abbiamo visto nulla per interi anni.

Il lago è in trappola, il lago va restituito al pubblico, liberato dal cappio.

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