Attualità

La FenealUil di Enna critica nei confronti degli ammortizzatori sociali proposti dal Governo

La FenealUil di Enna ha più volte manifestato le proprie perplessità riguardo il funzionamento degli
ammortizzatori sociali messi in campo dal Governo in questa fase di emergenza sanitaria da covid-19. Un problema complesso, che coinvolge una platea di diversi lavoratori: dipendenti, autonomi professionisti nonché quei lavoratori inesistenti e sconosciuti nelle banche dati, e quindi considerati privi di tutela, ma nei fatti lavoratori a tutti gli effetti.
Un recente intervento, pubblicato sul quotidiano La Sicilia, a firma del Presidente dei Consulenti del Lavoro di Catania Dr. Giovanni Greco, che condividiamo in pieno, sulla tematica relativa alle le misure messe in campo dal governo nazionale per arginare la grave crisi scaturita dal codiv -19, conferma le preoccupazioni manifestate dalla Feneal Uil e mette in luce, dal punto di pista più squisitamente tecnico, la farraginosità della procedura di attivazione delle risorse .

A nostro modo di vedere c’era una strada che avrebbe reso tutto più semplice e immediata:
1) un unico ammortizzatore sociale per chi era all’interno del sistema produttivo (imprese-lavoratori)
che semplificasse e soprattutto rendesse immediatamente fruibili gli aiuti a chi suo malgrado è
stato costretto a rimanere a casa.
2) misure di aiuti immediati a chi e purtroppo nella nostra bella isola/provincia è costretto a lavorare
in nero a causa della grave crisi ante covid-19, che dura da decenni, e vive alla giornata.
Oggi purtroppo come già denunciato dal dott. Greco, ci troviamo di fronte imprese che sono in attesa di ricevere gli aiuti annunziati, molti piccoli imprenditori in grosse difficoltà che probabilmente non
riusciranno a riaprire visto le continue spese fisse di cui sono gravati non controbilanciate dagli incassi persi nel corso di questi mesi-.
Le partite iva, gli autonomi i professionisti sono in attesa di ricevere il bonus, ma lo stesso, rappresenta oggi solo una goccia, considerando che nel frattempo non riescono a svolgere la propria attività lavorativa continuando, tuttavia ad avere mensilmente sempre delle uscite fisse da fronteggiare. Basti pensare agli affitti su cui il governo è intervenuto, prevedendo, solo e soltanto per gli affitti commerciali, una detrazione fiscale e non certo la sospensione (non potendo certamente intervenire su un rapporto privatistico tra le parti); nulla viceversa è stato previsto per i canoni abitativi.

Lo Sato è intervenuto disponendo il rinvio delle rate del mutuo prima casa, ma non considera che oggi, aldilà dei mutui, molte famiglie fanno ricorso al credito al consumo, cosicché, mensilmente, ogni famiglia è gravata di una o più rate in favore delle diverse finanziarie.
E che dire poi del raffronto tra il reddito percepito nel primo trimestre 2019 e nel 2020?
Per potere ricorrere ai bonus, esenzione o rinvio delle diverse imposte e tasse, il Governo chiede agli
autonomi di provare una riduzione di fatturato nel 2020 rispetto al primo trimestre 2019.
Ma la crisi, il blocco delle attività, è intervenuto a marzo 2020, allorquando l’attività era già avviata e non sempre è facile dimostrare una riduzione di fatturato. La riduzione dovrà essere valutata nei prossimi mesi.Ma oggi, si è fuori dal bonus, in ogni caso non si lavora e si rimane a casa
Questa è la situazione determinatasi a causa di provvedimenti a dir poco confusi, parziali e, spesso anche, contradditori.

Quelli che ne stanno pagando, in prima battuta, lo scotto maggiore sono i LAVORATORI dipendenti e
parasubordinati. Per questa fascia sociale si arriva addirittura al paradosso: poiché formalmente sono
destinatari di misure ad hoc: quali la cassa integrazione guadagni ordinaria, quella in deroga, assegno ordinario etc., che, come ci ha spiegato bene il dott. Greco, di fatto ancora nessuno ancora ha preso un soldo, vengono automaticamente esclusi da altre forme di aiuto previste ( vedi buoni spesa) da parte degli Enti Locali o altri soggetti della solidarietà sociale (protezione civile, Caritas); esclusione motivata proprio dal fatto di essere formalmente destinatari degli ammortizzatori sociali, che però finora nessuno ha percepito. Il famoso cane che si morde la coda.
Le fasce dei marginali, di coloro che non sono più visibili da nessuna forma di previdenza e di sostegno rischia di aumentare a dismisura.

A questo proposito sorge una domanda: ma che fine ha fatto il reddito di
emergenza? Concordiamo con il dott. Greco quando dice… ammortizzatori in deroga, a cosa servono se si attiveranno fra sei mesi? Le risorse economiche, in una parola i soldi, stanziati con queste misure, c’è bisogno di averli Oggi! Domani sarà tardi e ovviamente non avranno raggiunto lo scopo per cui erano stati introdotti.
Se non si affrontano e risolvono i problemi urgenti del presente, forse il domani rischia proprio di non
esserci! Pensate che in Sicilia si aspettano ancora i pagamenti della cig in deroga del 2015; quando arriveranno non avranno raggiunto il fine per i quali erano stati concessi.
Auspichiamo quindi che si vada avanti con provvedimenti che veramente siano utili a lavoratori ed imprese. Chiediamo pertanto una semplificazioni sostanziale delle norme (bastava fare una sola cig-covid19 identica per tutti i soggetti e valida per tutto il territorio nazionale) e, soprattutto delle procedure burocratiche pensando veramente a immediate risposte in termini economici ai lavoratori, alle imprese, alle famiglie.

F.to Feneal Uil Sicilia Centrale
Il Segretario generale
Francesco De Martino

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