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Un busto in ricordo di Padre Carmelo Cannizzo

Tutta la diocesi ieri lo ha ricordato a Niscemi nel giorno del decimo anniversario della sua morte

“Chi vuole essere grande si faccia il più piccolo, chi vuole essere capo si faccia il servo di tutti. Io sono vostro, sfruttatemi il più possibile, prendetevi tutto di me. Il mio tempo, la mia gioia, sfruttatemi al massimo. Più mi sfruttate più felice io sono”.

“Sono questi i principi sui quali si fonda la virtù di Carmelo. Non lo faceva per compiacere gli altri, ma il suo era un atteggiamento esistenziale”. Così padre Nino Rivoli che ieri a Niscemi ha celebrato una messa per ricordare padre Carmelo Cannizzo nel suo decimo anniversario di morte.

Presente tutta la comunità di Niscemi, il sindaco Conti, i sacerdoti, l’assessore Giovanni Contino per il comune di Enna, una delegazione del MASCI e i rappresentanti di tutti i gruppi scout della diocesi perché Carmelo è stato un sacerdote scout, fondatore dello scoutimo ad Enna. Per l’Agesci Sicilia ha parlato Carmelo La Rosa. E quel fazzolettone che ha indossato fino alla fine lo rappresenta anche nel busto che ieri è stato inaugurato a lui dedicato. Il busto è opera scultorea dell ‘architetto Maurizio Vicari fusa in bronzo su base di lastre di acciaio a forma di y che rappresenta la forcola scout della scelta consapevole di branca RS.

Padre Rivoli durante la sua omelia ha ricordato le parole di un ragazzo :” se c’è un motivo per il quale potrei credere in Dio è perché ho conosciuto Carmelo”. Il suo principio non era fare o facciamo ma donarsi senza trattenere nulla. La sua esperienza è quella di una Chiesa che comprende cosa vuol dire incarnare la parola del Vangelo: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. La sua vita fu, infatti, una gioia fino alla fine dei suoi giorni terreni quando, in procinto di morire dichiarò: Vado in cielo, gioite con me”.

Carmelo diventa testimonianza perenne per tutti noi. Un uomo in cammino fino ad arrivare al sacerdozio affinché il suo servizio a Dio potesse essere ancora più pieno innamorato ed estasiato del Creato e del Suo Creatore.

Cosa fece di speciale? Nulla. Amò gli altri e la vita che visse come un’immenso dono.

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