Medicina

Sindrome metabolica e fattori di rischio cardiovascolare in menopausa

Già nel 5° decade di vita la donna comincia ad avere alterazioni del profilo ormonale, prima della cessazione  completa delle mestruazioni, e di conseguenza in questo periodo si possono osservare anche modificazioni dei fattori di rischio cardiovascolare(CVD, Cardio Vascolar Disease), quali lipidi, variazioni del peso (in aumento), aumento della pressione arteriosa.
E’ affetto a Sindrome metabolica chi presenta almeno tre di questi sintomilargo giro di vita (nelle donne superiore a 88 cm e negli uomini superiore a 101 cm), un aumento dei valori dei trigliceridibassi valori di HDL (colesterolo buono), aumento dei valori normali della pressione arteriosa (minima e massima), aumento dei valori normali a di glicemia a digiuno.  In caso di Sindrome Metabolica si ha  2 volte maggiore il rischio di sviluppare malattie cardiache e 5 volte di sviluppare il diabete mellito. Altri fattori che possono far aumentare il rischio di malattie cardiovascolari : il fumo, aumento dei valori di LDL (colesterolo cattivo) , la mancanza di attività fisica, l’abuso di alcool ecc. Il rischio di sindrome metabolica sembra di essere  particolarmente elevato nelle donnesi calcola che la metà di tutti gli eventi cardiovascolari nelle donne siano in rapporto a questa sindrome. 

L’eziologia della sindrome metabolica non è nota, ma si ritiene che siano o in gioco un insieme di fattori, e la fisiopatologia alla base di essa sarebbe correlata all’aumento dell’obesità viscerale e dell’insulino resistenza. Si è potuto osservare in degli studi che l’incidenza della sindrome metabolica iniziava nel periodo del primo stadio della transizione menopausale  e che aumentava in tutto il periodo di questa  transizione fino alla post-menopausa;  invece nel periodo premenopausa  nessuna  donna presentava i tre o più caratteristiche  che definiscono la sindrome metabolica: Le più comuni alterazioni osservate erano state l’aumento della circonferenza della vita ( per aumento dello stato androginico –ormoni maschili che anche la donna presenta),della pressione arteriosa e della diminuizione dell’ HDL colesterolo (colesterolo buono). Si pensa che molteplici fattori ambientali e genetici influenzano la manifestazione dell’obesità addominale.

Il grasso intra-addominale  aumenta con l’età sia negli individui in sovrappeso che nei soggetti normali indipendentemente dalle modificazioni del grasso corporeo totale. Si  è visto che l’aumento dell’obesità addominale presenta la tendenza che essa aumenta  nel periodo di transazione menopausale  man mano che diminuiscono gliestrogeni. La T.O.S. o Terapia Ormonale Sostitutiva (Estrogeni o Tibolone per chi non ha  utero , Estrogeni più Progesterone o Tibolone per chi ha l’utero, oggi anche i TSEC) è in grado di contrastare l’aumento di peso in menopausa e di contrastare la distribuzione di grasso di tipo androide (pancia), e di migliorare il controllo dei livelli glicemici ed insulinemici, riducendo cosi la probabilità di insorgenza di questa importante condizione di rischio cardiovascolare.

Tale effetto viene esercitato dalla TOS soprattutto se iniziata precocemente in menopausa. Gli stili di vita, dieta equilibrata, attività fisica costante , uso corretto dei farmaci (antiipertensivi, inositolo, ecc.) usati  in base al peso, al proprio metabolismo e malattie concomitanti sono alla base per  modificare(ridurre od eliminare) i fattori di rischio. Evviva i sacrifici per stare bene!! O no? ninopapotto@tiscali.it

Ginecolo Nino Papotto
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