Cronaca

Processo Rugolo. Il vescovo sarebbe stato a conoscenza di altri casi di abusi in diocesi

Il vescovo Rosario Gisana sarebbe stato a conoscenza di altri casi di abusi che riguardano sacerdoti che operano ancora oggi nella diocesi di Piazza Armerina. È quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche ieri contestati dagli avvocati di parte civile al Tribunale, presieduto da Francesco Pitarresi, nel processo a Giuseppe Rugolo, il sacerdote accusato di violenza su minori. Abusi che, se confermati , potrebbero portare alla riduzione allo stato laicale dei sacerdoti. È stato il procuratore capo Massimo Palmeri a condurre, insieme alla pm stefania Leonte l’interrogatorio al vescovo, sentito come testimone mentre è stata sentita un’altra vittima di Rugolo che ha raccontato fatti perfettamente corrispondenti a quelli oggetto della denuncia che ha dato avvio al processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Enna. Un’udienza iniziata ieri mattina, intorno alle 11 e finita alle 21,30 di sera, che confermerebbe un modus operandi del Rugolo capace di approfittare di giovani e minori in condizione di fragilità psicologica.
Anche un altro ragazzo sentito ieri in aula aveva informato il Vescovo Gisana che già nel 2016 era, dunque, al corrente dei comportamenti del sacerdote, già prima di incontrare i genitori del giovane oggi costituito parte civile nel processo.
Durante l’esame del Vescovo, durato 4 ore, sono state contestate alcune intercettazioni che documentano come lo stesso fosse a conoscenza di altri episodi di abuso commessi da altri sacerdoti della Diocesi che non sono stati mai rimossi o allontanati dalle loro parrocchie.
La Procura ha depositato la copia forense contente tutti i dati estrapolati dal computer e dal cellulare di Don Giuseppe Rugolo.
Il Vescovo ha confermato di avere erogato ingenti somme in favore di Rugolo attinti dai fondi destinati alle opere caritative. Per il risarcimento dei danni al ragazzo che ha denunciato, emerge, secondo le parole del vescovo, che la Diocesi avrebbe convinto i fedeli a pagare.

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