Cronaca

Processo Rugolo: il sacerdote denuncia nuovamente la giornalista Rizzo

Giuseppe Rugolo, il sacerdote a processo al Tribunale di Enna per “ violenza sessuale aggravata a danno di minori” ha, nuovamente, denunciato la giornalista Pierelisa Rizzo. La Procura di Enna aveva già chiesto l’archiviazione per la prima denuncia, ritenendola infondata. E mentre sarà il Gup, e si tratta di un atto dovuto, a decidere se accogliere o no la richiesta di Rugolo,  in un’udienza fissata per il prossimo 21 marzo 2024 arriva  l’ennesima denuncia  alla giornalista che si sta occupando della vicenda giudiziaria. “Qualche giorno fa, Papa Francesco ha ricevuto il premio giornalistico 2023 – dice la Rizzo – Mi piacerebbe saper se sa che, i suoi preti, accusati in aule di Tribunali di pedofilia, provano a zittire i giornalisti denunciandoli ripetutamente con querele, chiaramente, temerarie, al solo fine di farli tacere”. Dopo la prima denuncia del 2022, che riguardava la pubblicazione di chat a sfondo sessuale, contenute nell’ordinanza di arresto del sacerdote, intercorse tra  Rugolo ed un giovane, l’articolo incriminato, questa volta, riguarda il resoconto di una udienza dello scorso giugno. La giornalista racconta di un video proiettato in aula nel quale si vede il sacerdote in atteggiamenti poco consoni ad un prelato con un giovane. I legali del vescovo, sia nella prima che nella seconda denuncia, hanno chiesto il sequestro dei supporti informatici e dei cellulari della giornalista. “ Il problema di questo processo, secondo i legali del sacerdote imputato, è proprio la stampa – dice Pierelisa Rizzo – Trincerandosi dietro il fatto che il processo si celebra a porte chiuse, hanno provato in tutti i modi e varie volte, a farci tacere. Credo che la rilevanza pubblica di questi fatti, in una città nella quale padre Rugolo ha occupato un posto di rilievo per le sue attività, non può e non deve farci tacere” . La giornalista accusata di diffamazione e di diffusione di atti procedurali è difesa dagli avvocati Eleanna Parasiliti Molica del Foro di Enna e dall’avvocato Giovanni Di Giovanni, del Foro di Caltanissetta.

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