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“La legalità é un esercizio ostinato”. Firmato oggi il protocollo per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale tra Prefetto, tutti i Sindaci della Provincia di Enna e Commissario del Libero Consorzio Comunale.

 Una bella pagina di coesione istituzionale, quella scritta oggi, 28 giugno 2019, in Prefettura. Si è proceduto, infatti, alla firma di un protocollo di legalità di ultima generazione, che ha visto Enti locali, Prefettura e Forze di Polizia uniti per segnare un corale cambio di passo nell’azione di prevenzione delle infiltrazioni criminali, siano esse mafiose che di tipo corruttivo.

La firma del documento pattizio è avvenuta alla presenza dei vertici delle Forze dell’ordine, della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta, del Presidente del Tribunale e di un rappresentante della Procura della Repubblica di Enna.

Erano, altresì, presenti i Segretari Generali provinciali della CGIL, CISL e UIL, i rappresentanti degli Ordini professionali degli Ingegneri, dei Geometri e degli Architetti, dell’Ispettorato territoriale del lavoro, dell’Associazione Libera, degli organi di stampa.

Il Prefetto, dott.ssa Giusi Scaduto, in apertura della giornata, ha ringraziato  gli Amministratori per avere condiviso il percorso che da oggi rafforza la rete istituzionale che avrà a disposizione un importante strumento di contrasto dei tentativi di infiltrazioni mafiose, volti a condizionare l’economia legale, a produrre effetti distorsivi della libera concorrenza, ad estromettere le imprese sane dal mercato. Ciò, grazie all’estensione delle verifiche antimafia a tutti quegli appalti e affidamenti finora esclusi nonché ai settori dell’urbanistica e dell’edilizia, anche privata.

I Sindaci, nei loro interventi, hanno voluto ribadire l’unanime apprezzamento per i contenuti dell’intesa pattizia, evidenziandone gli aspetti di tutela del flusso di risorse pubbliche, della collettività e della stessa attività posta in essere dalle Amministrazioni locali. Hanno anche posto l’accento sul valore della rinnovata sinergia istituzionale, con la Prefettura e le Forze di polizia, che costituisce un imprescindibile punto di riferimento per le tante problematiche che quotidianamente si trovano ad affrontare.

I vertici delle Forze dell’ordine non hanno mancato di rimarcare che la stipula di appositi strumenti pattizi, con la previsione di più stringenti cautele antimafia assume una particolare valenza strategica per il territorio, stante che la quasi totalità delle procedure di appalto espletate in provincia riguarda lavori con importi sottosoglia, soggette, quindi, al regime della comunicazione ex art. 87 del D. Lgs. 159/2011.

Pregnante e ricco di spunti, è stato l’intervento del Direttore dell’area sociale del Censis, dott.ssa Ketty Vaccaro. Un’analisi dell’intreccio perverso tra mancato o rallentato sviluppo economico e presenza della criminalità organizzata, che ha messo in luce un peso non irrilevante di reati associativi e mafiosi anche nell’ennese ma, soprattutto, il nesso con le difficoltà economiche di un territorio caratterizzato da bassi livelli di reddito, alti livelli di disoccupazione, progressivo e grave spopolamento. Un contesto problematico e depauperato che ha un impatto anche sui destini individuali, persino sulla più ridotta aspettativa di vita di chi risiede nelle regioni meridionali. Perciò – ha concluso la Vaccaro-  i protocolli di legalità sono un segnale concreto di coinvolgimento di istituzioni e cittadini verso il necessario quotidiano, ordinario e, soprattutto, ostinato esercizio della legalità.

Contenuti dei protocolli di legalità

È previsto, tra l’altro, che gli Enti firmatari si impegnano a richiedere le informazioni antimafia ex artt. 84 e 91 del D.Lgs. n. 159/2011 per tutti i contratti relativi a opere e lavori pubblici, servizi e forniture di importo superiore ad € 20.000 nonché per tutti i subappalti e subcontratti indipendentemente dal valore economico.

Inoltre, le stazioni appaltanti si impegnano a prevedere negli atti di gara apposite clausole di salvaguardia che prevedono la revoca o il recesso degli affidamenti al sopravvenire di informazioni antimafia interdittive.

Analoghe clausole di salvaguardia sono previste per la prevenzione dei fenomeni corruttivi, ferma restando la possibilità di attivare apposite intese con l’ANAC per la prosecuzione del rapporto contrattuale, al ricorrere dei presupposti di cui all’art. 32 del D.L. 90/2014, convertito con Legge 11.8.2014, n. 114.

Per quanto attiene al settore dell’edilizia e dell’urbanistica, i Comuni si impegnano a richiedere le informazioni antimafia anche nei confronti di soggetti privati sottoscrittori di convenzioni che prevedono obblighi di cessione di aree di territorio da destinare a uso pubblico.

Il Comune acquisirà, altresì, autocertificazioni antimafia per ogni singolo atto concessorio, riservandosi di acquisire l’informazione antimafia ex artt. 84 e 91 citati per tutti gli interventi che superano i 5.000 mc. e per gli interventi attinenti attività produttive ed insediamenti in aree industriali ed artigianali.

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