Attualità

Pergusa, questa misconosciuta

In risposta al nostro articolo, abbiamo ricevuto una nota stampa da parte di Giuseppe Maria Amato
Responsabile Aree Naturali Protette Legambiente Sicilia che pubblichiamo integralmente.

“Il Lago di Pergusa oggi non è semplicemente la malpensata Riserva Naturale Speciale che una sorta di colpo di mano dei nostri politici ebbe a creare nel 1995, ma, per fortuna, è anche una Zona Speciale di Conservazione ZSC ai sensi della Direttiva Habitat della UE ed una Zona di Protezione Speciale ZPS ai sensi della Direttiva “Uccelli” sempre della UE.
Il lago, a chi ha occhi per vedere, è da tempo tornato a soffrire. Intanto per la presenza, nelle sue acque, di un evidente carico organico la cui origine cela difficoltà nella gestione dei sistemi fognari. La città, continua imperterrita a non comprendere che non si può avere un lago pulito se non si interviene seriamente nel rifacimento dell’intero sistema delle acque reflue del bacino. Oggi le acque sono introdotte in un sistema di raccolta mista che mette insieme le acque nere con quelle di pioggia e che, normalmente pompato fuori dal bacino da due impianti posti lungo le sue rive, nei giorni in cui il carico diviene eccessivo, fa tracimare le acque sporche verso il lago.
Legambiente chiede da anni ed a gran voce di intervenire per rivedere l’intero sistema, lo ha fatto con le diverse edizioni di Goletta dei Laghi, sin dalla prima tornata del 2013, lo ha chiesto a tutte le Amministrazioni Comunali da allora insediate, ma ad oggi ha ricevuto solamente generici impegni a provvedere.
L’acqua continua a calare e lo fa nonostante la piovosità sia fondamentalmente la stessa degli anni passati. Ma allora cosa succede? Possiamo solamente immaginarlo.
Molto probabilmente il fenomeno è complesso ma per andare a fondo bisognerebbe ripristinare il monitoraggio continuo della rete piezometrica esistente attorno lo specchio d’acqua, cosa che un tempo veniva fatta con cadenza inoppugnabile. Bisognerebbe controllare se e chi “emunge” acqua della falda, e noi abbiamo proprio il sospetto che ci sia qualcuno che alla chetichella si sia rimesso a pompare, per motivi vari, la preziosa acqua del lago.
Per contrastare questi fenomeni esiste solo una strada che è quella della esistenza della Riserva Naturale e del rafforzamento del suo ente gestore.
Oggi la riserva è affidata alla ex Provincia Regionale, lo fu per Legge nel 1995, ma allo stesso ente non fu concesso di avere un Direttore né di potersi dotare di operatori come è avvenuto per tutte le altre riserve naturali di Sicilia.
Lo sforzo fatto nel tempo dall’ente, oggi è ancora più titanico a causa del rapido pensionamento di tanti funzionari e del Dirigente che nel tempo si erano occupati del settore. Oggi in Provincia rimane solo il Dr. Aveni che con encomiabile sforzo deve tentare di sopperire ai bisogni di un ufficio un tempo popolato. Il Lago necessita di un direttore sempre presente, di personale con ruoli e mansioni di controllo serrato, ed è per questo che Legambiente aspetta oramai da anni la istituzione della Agenzia Unica Regionale per la Gestione delle Aree Naturali Protette.
Avere il personale consentirebbe di godere del lago anche con natanti a remi, a scopo turistico, darebbe la possibilità di tenere sempre in funzione i sentieri aperti nel canneto, di poter godere della vista dell’eccezionale presenza faunistica, di consentire ai visitatori di superare il nastro d’asfalto anche durante le frequenti prove motoristiche che ad oggi impediscono a chiunque di raggiungere le rive.
Speravamo questo accadesse con questa amministrazione regionale e c’eravamo quasi, proprio Diventerà Bellissima, la formazione del Presidente, aveva fatto sue le proposte di Legambiente per l’Agenzia unica in un Disegno di legge che, pronto, aspetta solo di essere votato in aula. Lo sappiamo, oramai non si farà se non dopo novembre prossimo, con il nuovo Parlamento, e, come sempre, saremo lì a spingere per avere la soluzione.
Infine, sulle vasche artificiali, frutto del peggiore modo di intervenire sul lago. Le stesse potrebbero essere una opportunità. Potrebbero trasformarsi in vasche di decantazione delle acque di dilavamento finalmente separate dai reflui di fogna e, una volta decantate e fitodepurate, immesse nel lago. Almeno due di esse, invece, potrebbero essere private del fronte lago spezzettandolo e creando un’area di riva complessa, utile a specie selvatiche bisognose di Habitat complessi.
Già solo questo dovrebbe bastare anche ai disattenti per sapere che c’è chi il Pergusa lo segue quotidianamente, con attenzione e scientificità.

Giuseppe Maria Amato
Responsabile Aree Naturali Protette
Legambiente Sicilia

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