Attualità

Testimonianza di una guarigione prodigiosa

In occasione della festa di San Filippo Apostolo, ho ritenuto

doveroso narrare la meravigliosa testimonianza di mio nonno Giovanni Santuzzo , una testimonianza che cambiò per sempre la vita della mia famiglia.

Ciò che accadde al mio caro nonno fu ritenuto da egli stesso “ un miracolo o un segno venuto dall’alto”. Non dispongo di accertamenti o pareri specialistici che possano confermare tale convinzione ma solo la certezza dell’esperienza drammatica in cui egli si trovò. Porto con me il vivo ricordo di quella narrazione a me fatta con commozione, lacrime e volontà di credere in Colui che mai ci abbandona, Nostro Signore Gesù Cristo. Mio nonno dimostrava un legame cultuale a San Filippo, patrono di Aidone e a lui si rivolgeva nei momenti difficili o nei momenti di ringraziamento. Per ben quarantasette volte compì a piedi il viaggio di pellegrinaggio da Enna verso Aidone.

Sono trascorsi cinquantanove anni da quel lontano 1961; era precisamente il 29 Aprile. Mio zio Enzo, figlio di Giovanni Santuzzo e Concetta Turco, aveva solo due anni e nove mesi quando mostrò segni di malessere accompagnati dalla febbre che subito gli salì a 40°. Mio nonno, preoccupato poiché la situazione gli stava sfuggendo di mano, decise di chiamare il medico che gli prescrisse delle medicine che avrebbero dovuto avere un effetto immediato sulla febbre. Purtroppo non fu così. Il giorno seguente , 30 Aprile 1961, mio zio Enzo presentava un occhio bianco e privo di pupilla, inoltre non riusciva a reggersi in piedi. Sotto direzioni del medico, mio nonno si mise in viaggio verso Catania; gli fu indicato il Professore Zitta per un parere specialistico.

Giunti  a Catania, senza alcuna prenotazione, i miei nonni trovarono solo un’infermiera che consigliò di portare mio zio Enzo immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele. Mio nonno si recò urgentemente in ospedale e incontrò il medico di turno che, visitando mio zio, affermò: “ è in corso una grave forma di meningite che può avere conseguenze drammatiche”. Così mio zio Enzo fu urgentemente ricoverato e mio nonno avvolto dal manto della disperazione si affidò alla volontà divina.

In Aidone nel frattempo si festeggiava l’apostolo San Filippo e il mio caro nonno, devotissimo, lo implorò affinchè potesse aiutarlo ad uscire dal quella situazione disperata. Ricordo ancora con quanta commozione mi narrò il rientro del Professore Zitta, raccontandomi sempre con grande entusiasmo che l’arrivo dell’illustre medico fosse di per sé un segno e che allora San Filippo stava operando sulla sua vita.

Il medico diede alcune disposizioni, andò via per tre giorni e al suo rientro rivisitò mio zio Enzo. Così narrava mio nonno: “ il Professor Zitta aveva le lacrime agli occhi, si trovava di fronte ad una situazione inspiegabile, mio zio a soli due anni e nove mesi aveva riacquistato la vista, esclamò con commozione questo è un Miracolo!

Mio zio non riusciva ancora a reggersi in piedi ma ricominciava a vedere il mondo con i suoi occhi.

Nel frattempo mia nonna, incinta di sette mesi assisteva mio zio, senza abbandonarlo anche solo per un minuto. Purtroppo si presentò un nuovo episodio che avvolse mio nonno in un manto di profondo dolore. Era il 23 Maggio dello stesso anno quando ricoverarono con unrgenza mia nonna al reparto ostetrico del Vittorio Emanuele poiché rischiava un parto prematuro. Così mio nonno si ritrovò in una condizione assurda e mi narrava sempre con le lacrime: “ il mondo mi crollò addosso perché stavo perdendo contemporaneamente mio figlio e mia moglie con insieme alla creatura che portava in grembo”.

Ma ciò che ho sempre ammirato di mio nonno Giovanni Santuzzo, uomo umile, semplice ma dallo straordinario coraggio, è stata la sua forza d’animo, la profonda fede per Dio.

Quello stesso 23 Maggio mio nonno si inginocchio dinanzi la statua della Madonna che si trovava lungo il corridoio del reparto ostetrico, inoltre prego intensamente San Filippo affinchè intercedesse presso il cuore misericordioso di Dio. Ad un tratto, dopo diverse ore, qualcosa di straordinario accadde. Mio nonno fu chiamato al piano superiore dove ancora si trovava mio zio; gli ultimi esami diagnostici davano un netto segno di miglioramento, bisogna aspettare ancora  sette mesi affinchè mio zio potesse riprendere a camminare e così mio nonno si rese conto che mio zio era salvo. Inoltre, nelle stesse ore, mio nonno scese in reparto Ostetricia poiché il Primario aveva  qualcosa da annunciargli: “ Coraggio Santuzzo, sei padre di una bella femminuccia!”. Con commozione ricordo queste sue parole, quella femminuccia era la mia mamma Gaetana Santuzzo, venuta a mancare il 15 Giugno del 2014.

Durante le incessanti preghiere mio nonno fece il voto di far decorare di oro il simulacro di San Filippo di Aidone, voto che mantenne nel settembre del 1963. Infatti, così narratomi, si recò presso la chiesa di San Filippo, donò un’elevata somma alla Chiesa alla quale affidarono un restauratore ennese. Fu così che il simulacro di San Filippo fu portato presso il Santuario di Papardura di Enna. Qui cominciò l’attività di restauro alla quale mio nonno partecipò con grande emozione. Gli occhi di San Filippo furono dipinti su legno, sebbene mio nonno pensasse che gli occhi erano stati realizzati con il vetro.  Mio nonno, uomo fedele e devotissimo, avrebbe donato ancora altro denaro pur di rendere sempre più bello il suo Amato San Filippo.

Per molti anni, prima del successivo restauro, rimase incisa l’iscrizion e “ GIOVANNI SANTUZZO”. Ho ancora le lacrime agli occhi quando penso con quanto fervore  e fede mi raccontava questa straordinaria esperienza  e se penso a ciò che ha affrontato con la forza dell’amore e della fede posso solo essere fiera di aver avuto nella mia vita un nonno, considerato da tutti coloro che lo conoscevano, un uomo straordinario e dalle grandi capacità. Muratore, guardia carceraria, tassista, operaio all’Amal, impiegato all’Enel. Il suo carattere dinamico e il suo desiderio di conoscenza lo portarono a fare esperimenti in campo elettrico inventando le termocoperte elettriche , dando vita ad un’azienza a gestione familiare.

Ci tengo a precisare che furono regalate molte termocoperte nei pressi di Enna, Aidone, Piazza Armerina e Pietraperzia. Porterò nel mio cuore i ricordi più cari del mio caro nonno che adesso insieme alla mia amata mamma guidano i passi del mio cammino e da loro ho imparato a inseguire la strada dell’amore.

Dunque sostengo che l’amore spiega ogni cosa, l’amore risolve tutto, ammiro l’amore ovunque esso si trovi. Se l’amore tanto è più grande, tanto è più semplice allora non è strano che Dio voglia essere accolto dai semplici, da coloro che hanno puro il cuore. Dio è amore ed è vicino i nostri occhi, sempre e per sempre.

Romano Mariangela

( nipote di Giovanni Santuzzo)

 

 

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