Cronaca

Compravendita illecita di carburante. 43 indagati. 1 Arresto, 34 denunce e 8 divieti di dimora

Operazione dei Carabinieri definita “Il Piazzale”

Indagine dei carabinieri su compravendita illecita di carburante. Quarantatré indagati di cui: un arrestato, otto divieti di dimora e trentaquattro denunce a piede libero.

Sin dalle prime ore di lunedì e fino a tutta la giornata di martedì, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Enna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti nove soggetti originari di varie province siciliane e del casertano, indagati per i reati di furto aggravato di carburante, auto-riciclaggio e ricettazione.

La misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Enna, su richiesta della locale Procura della Repubblica è frutto di articolate indagini, sviluppate tra i mesi di aprile e giugno 2019 dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Enna, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, analisi di tabulati telefonici e servizi di pedinamento, che hanno permesso di accertare l’esistenza di un’abituale ed intensa attività illecita di compravendita di carburante, una vera e propria “stazione di servizio abusiva”, gestita da un cittadino di origini tunisine, ma residente in Italia da più di vent’anni. Questi, titolare di una ditta di sua proprietà, avente ad oggetto rivendita di pedane e pallets, sita nella località industriale “Dittaino” del Comune di Assoro (EN), era riuscito ad organizzare, con un modus operandiconsolidato nel tempo, un articolato sistema di furti e rivendita di carburante, con la compiacenza di decine di camionisti dipendenti da varie società di trasporti. Gli autisti dei mezzi, ben al corrente dell’attività illecita svolta dal tunisino, conducevano i camion presso la sede della sua ditta, nota ai vari indagati con il nome di “PIAZZALE”. Il gasolio veniva quindi prelevato dai serbatoi dei mezzi pesanti che si trovavano a transitare nei pressi della predetta zona industriale, con abilità ormai comprovata, attraverso il cosiddetto metodo del “risucchio”, attuato mediante un grosso tubo di plastica. Il carburante, previo pagamento di circa 0,50 – 0,80 euro/litro ai camionisti, veniva poi rivenduto al prezzo di 1 euro/litro agli acquirenti finali, nei cui serbatoi veniva rabboccato con taniche da 25 litri. Il giro di affari illeciti svelato in tre mesi di indagini dai carabinieri ha permesso di cristallizzare il coinvolgimento di 43 soggetti, implicati a vario titolo: il tunisino e i camionisti indagati in concorso, quali autori materiali dei furti aggravati e del successivo autoriciclaggio; tutti gli altri autisti/clienti che andavano a rifornire privatamente le loro autovetture a un costo assolutamente concorrenziale, quali ricettatori, ossia acquirenti del carburante di provenienza illecita. All’esito delle indagini, sono stati accertati più di 200 reati di cui: 79 episodi di furto aggravato, nei quali è stato asportato un volume complessivo di 4.900 litro di gasolio, successivamente venduto, in ulteriori 54 episodi di autoriciclaggio e altrettanti di ricettazione, agli acquirenti finali.

All’esito delle attività, il tunisino è stato tratto in arresto e posto agli arresti domiciliari, mentre per i camionisti è scattato il divieto di dimora nella provincia di Enna. Tutti gli autisti/clienti sono stati indagati a piede libero.

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