Speciale Settimana Santa

Quando la processione del Venerdì Santo fu sospesa

La Settimana Santa è, senz’altro, uno dei momenti dell’anno più sentiti per la città di Enna. Da quando i riti furono introdotti, forse già a partire dal XVI secolo, la città cominciò a preservare l’inizio di una tradizione che, ad oggi, costituisce un vero e proprio patrimonio. Il Venerdì Santo, inoltre, è sempre stato il giorno delle celebrazioni più solenni, un appuntamento al quale l’intera comunità cittadina non può mancare. Ma da due anni, al tempo della pandemia da Covid-19, i riti della Settimana Santa sono sospesi, ad Enna come nel resto del mondo: qui, al centro della Sicilia, in questi giorni sembra essersi fermato anche il tempo, un lutto nel lutto.

Storicamente non è la prima volta che la lunga processione del Venerdì Santo viene interrotta o sospesa. Ci tramanda alcuni episodi Salvatore Morgana, che nel corso del secolo scorso ha raccolto queste informazioni in Storie aneddotiche ennesi (op. ined. biblioteca privata S. Morgana), poi riprese da Rino Realmuto in Storia della Settimana Santa e delle confraternite di Enna:

  • Nel 1782 si ha memoria di una tormenta, che portò ad una neve così alta per le strade della città, che non fu possibile praticare nessuna processione esterna.
  • Nel 1798 nel corso della processione del Venerdì Santo, una fortissima tempesta di vento e una straordinaria e prolungata grandinata, obbligò l’interruzione della processione. Tutti dovettero rifugiarsi nella Chiesa di San Cataldo sino al mattino del Sabato Santo.
  • Nel 1812 scoppiò uno stabilimento pirotecnico, con parecchi feriti e morti, che portarono ad una nuova interruzione dei riti.
  • Nel 1831, invece, cinque detenuti a pene gravi fuggirono dalle prigioni del Castello di Lombardia, mentre era in corso la processione del Venerdì Santo.

In tempi più recenti, la processione del Venerdì Santo fu sospesa nel 2009: una forte pioggia si era abbattuta sulla città quando le confraternite iniziarono ad adunarsi per raggiungere la chiesa dell’addolorata e il Duomo. Fu proprio in Chiesa Madre, quando i fercoli del Cristo Morto e dell’Addolorata erano già sopraggiunti, che il Collegio dei Rettori decise all’unanimità di concludere i riti esterni, preservando solo la tradizionale benedizione con la Spina Santa.

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