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Quando la cura fa più male della malattia. Legambiente Sicilia sul nuovo statuto dell’ente parco minerario Floristella Grottacalda

È stato approvato, a distanza di soli 2 anni dall’ultimo, il nuovo statuto dell’ente parco minerario Floristella-Grottacalda, che come si legge nel comunicato stampa della Regione è “una risposta pronta e attenta alle esigenze manifestate dai cittadini e dall’associazionismo locale”.  La lettura del nuovo statuto ci porta però a dire che si tratta di un ennesimo oltraggio alle esigenze manifestate dalla comunità locale, anche perché non era lo statuto il reale problema ma la non volontà di nomina di un presidente.

All’art. 1 si legge che partecipano alla gestione del Parco la Regione siciliana, il libero Consorzio Comunale di Enna e i comuni di Enna, Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera, per poi scoprire che gli enti locali non sono rappresentati in maniera adeguata nel nuovo e più snello CdA, che accentra poteri e controllo nelle mani della Regione siciliana. C’è quindi da chiedersi che ruolo abbiano in realtà gli enti locali che partecipano soprattutto finanziariamente alla gestione del parco ma che non sono stati coinvolti nel processo di modifica di uno statuto di un ente cogestito. Eliminato il Comitato tecnico scientifico ed assorbito il suo ruolo nel CdA con la partecipazione del Soprintendente di Enna e dei Sindaci non componenti, ma senza diritto di voto. Eliminata così anche la rappresentanza territoriale delle associazioni; sostituita la nomina tecnica dell’Assessorato ai BB.CC. con una nomina meramente politica; dimenticato, per esempio, che il parco, oltre ad essere una testimonianza di archeologia industriale è una testimonianza di etnoantropologia disciplina che manca tra gli esperti del parco. Nulla per le scienze naturali né, per le scienze della Terra. Dimenticato a pié pari il riconoscimento UNESCO che vede il parco inserito nel Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark. Per non parlare di alcuni evidenti refusi: il presidente quale componente del consiglio del parco dura in carica 4 anni, ma in un altro articolo si legge che dura in carica 5 anni. Nessun cenno sulla pianta organica del parco così come non si specifica con quali fondi sarà pagato il direttore, vincitore di un concorso bandito dal parco stesso. Esprimiamo pertanto forti perplessità – dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente – su questo nuovo statuto che di fatto delegittima i territori e pone forti interrogativi sul reale espletamento dei compiti di tutela e valorizzazione di questo gioiello dell’interno della Sicilia. Sono passati 30 anni dall’istituzione dell’ente parco Floristella-Grottacalda ma, evidentemente, la Regione Sicilia è ancora lontana dal mettere in campo politiche di sviluppo integrate che possano veramente far da volano per la valorizzazione di un intero comprensorio. E dopo 30 anni la grande miniera di Grottacalda con i suoi straordinari (una volta) resti tra i quali la ciminiera, la sestiglia Gill, il pozzo Mezzeno, la stazione ferroviaria, il Cinema, non fa ancora parte del territorio del parco che porta anche il suo nome.

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