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Healing Touch e Yoga, all’Umberto I terapie complementari per battere il cancro

Healing Touch e Yoga, le terapie complementari arrivano nel reparto di Oncologia all’Umberto I di Enna per affrontare la dura battaglia contro il tumore. Per un male che fa davvero male, anche durante il trattamento terapeutico, carezzare pelle e cuore dell’ammalato è necessario. Ritrovare momenti di benessere durante la battaglia più cruenta della propria vita, è questo che propone il progetto «Healing Touch e Yoga. Dalla cura della malattia alla cura del malato», concepita dal dirigente dell’unità operativa di Oncologia del nosocomio ennese Carlo Santangelo con l’ausilio di Monia Bruno, Tiziana Galofaro e Valentina D’Angelo le quali presteranno professionalità e tempo all’iniziativa, e sostenuto, come ha confermato il direttore Giuseppe Cuccì, dal Dipartimento di Salute Mentale. «Il progetto – spiega Santangelo – vuole essere un approccio nuovo alla relazione con i pazienti, un’attenzione particolare alla loro vita, al loro sentire». Riconnettersi con la vita quando sembra che qualcuno te la stia rubando, riappropriarsi del proprio esistere creando un nuovo equilibrio tra mente e corpo, è questo l’intento dell’innovativa proposta, rara in Sicilia. L’Healing Touch e lo Yoga sono ottimi alleati delle terapie convenzionali (chirurgia, chemioterapia, radioterapia). Il malato oncologico deve in molti casi convivere con un corpo offeso che fatica a riconoscere, si mette allo specchio e scopre cicatrici, menomazioni. Si guarda ma non si vede più. Diventa estraneo a sé stesso. Consapevole che il male dell’animo è altrettanto doloroso come quello del corpo, l’apprezzato e rigoroso oncologo Santangelo ha rinnovato il progetto «Benessere in Oncologia», suggerendo così ai pazienti, donne e uomini che frequentano il reparto, di partecipare gratuitamente alle attività pomeridiane per far pace con il proprio corpo. Il cancro si nutre delle nostre cellule, ma il cancro non si sostituisce a noi. L’Healing Touch, o più semplicemente «il tocco che cura», è una tecnica di riequilibrio energetico immediata e naturale che induce uno stato di rilassamento attraverso il contatto delle mani e si può praticare in qualunque postura si trovi il malato, riducendo gli effetti collaterali durante le terapie invasive. Il calore emanato dalle mani dell’operatore può ridurre i dolori fisici migliorando la qualità della vita del malato oncologico. Lo yoga, che in sanscrito significa «unione», viene praticato per alleviare lo stress e far riguadagnare mobilità al malato. Le sedute di yoga sono anche un momento di ritrovo e confronto, un momento per condividere paure e ansie naturali. Lo scopo dello yoga è restituire forza al fisico, lucidità e pace alla mente. Queste pratiche aiutano a congiungere mente e corpo realizzando un nuovo equilibrio. «Vorrei precisare – dichiara Santangelo, che ha messo a disposizione anche la sua stanza personale per le attività- che non esistono controindicazioni a queste forme di trattamento e chi le riceve o le pratica potrà trarne soltanto beneficio».

Di Angela Montalto

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