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Fumata nera per i 63 lavoratori di Enna Euno. Oggi l’assemblea dei sindaci non ha dato i risultati sperati

Tanti se e tanti ma ma nessuna soluzione per i dipendenti che da 35 mesi sono senza stipendio

Nulla di fatto oggi per i 63 dipendenti della società Enna Euno da 35 mesi senza stipendio che oggi confidavano nell’assemblea dei sindaci che non ha prodotto, purtroppo, nessun risultato.

Per loro nulla cambierà. La loro agonia è destinata a prolungarsi nel tempo. L’assemblea dei sindaci convocata per questa mattina nei locali della provincia, non ha individuato nessuna soluzione per questi lavoratori.

Tanti se e tanti ma. Si è pensato di far prendere l’impegno ai comuni di assumere qualcuno di loro. Oppure di aprire l’impianto di compostaggio per assorbirne altri.

Tutte congetture non concretizzate alla fine dell’incontro. La presidente della Srr, Francesca Draia, non ha accolto neanche la proposta dei “dipendenti” di concedere loro l’aspettativa.

La risposta della Draia è stata un netto no giustificato con un aumento dei costi da parte della società. L’aspettativa non comporta nessun costo per l’ente hanno replicato i dipendenti, ma ciò non è servito a farle cambiare idea.

Da qualche settimana i lavoratori non hanno neanche più un posto di lavoro dove recarsi perché anche la stanza che hanno occupato fino a qualche giorno fa gli è stata tolta.

In totale sono i 63 dipendenti della società Enna Euno, ormai fallita, che ancora non stati assorbiti dalla Srr che ha preso il posto dell’Ato rifiuti.

Padri di famiglia, privati di uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione: il lavoro. Ci sono famiglie che devono essere portate avanti e i diritti di questi lavoratori sono violati non lasciando loro neanche la dignità di poter assicurare un pezzo di pane alla loro famiglia.

La scorsa settimana ci sono stati altri incontri anche con i sindacati ma purtroppo senza esito positivo. Oggi i 63 lavoratori confidavano molto in questa assemblea dei sindaci. Riavere il loro lavoro e gli stipendi arretrati per loro sembra sempre più un miraggio.

Tra i dipendenti monta la rabbia di sentirsi tra l’altro abbandonati da tutti e privati di un loro diritto fondamentale: il lavoro.

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