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“SIAMO STATI CHIUSI PER MESI. CHIEDIAMO DI PAGARE LA SPAZZATURA REALMENTE PRODOTTA”.

RISTORATORI, TITOLARI DI ATTIVITA' DI RICEZIONE E PROPRIETARI DI BAR SCRIVONO AL SINDACO DIPIETRO SULLE BOLLETTE DELLA SPAZZATURA

Bollette dei rifiuti a più zeri. I titolari di attività di ricezione, ristoratori , proprietari di bar  di Enna hanno scritto al sindaco Maurizio Dipietro per chiedere un incontro sulle bollette della spazzatura, recapitate negli scorsi giorni.

“Mentre molti di noi assistono, inermi, alla fine delle proprie attività, abbiamo ricevuto bollette dei rifiuti che, in qualche caso, recano cifre inverosimili – dicono –  Ci saremmo aspettati da chi ci amministra un gesto di solidarietà nei confronti delle categorie cui apparteniamo le quali, fra tutte, hanno subito il maggior danno economico da questa pandemia – scrivono in una lettera inviata al sindaco e firmata da decine di operatori del settore – Un’amministrazione presente avrebbe, secondo noi, dovuto cogliere il disagio e le difficoltà economiche dei suoi cittadini/contribuenti e strutturare interventi a sostegno delle categorie in difficoltà. Tra gli interventi che avremmo auspicato ci sono certamente l’eliminazione dei  tributi inerenti al difficilissimo anno trascorso, prevedendo e organizzando nei tempi dovuti azioni sostanziali”.

 A fronte del fatto che  sono molte le categorie ad avere  subito un grave danno economico e che, peraltro, non vi è possibilità di prevedere una ripresa delle attività e un ritorno ad un regime normale nell’immediato futuro, il comparto della ricettività , dall’ospitalità alberghiera a quella extra-alberghiera, ha subito un calo delle prenotazioni pari al 91%, e una riduzione del fatturato pari all’85%. Non c’è stato il turista, il professore universitario, il concorsista né il rappresentante, nessuno ha girato nei mesi più difficili e queste strutture non hanno lavorato. I bar e i ristorante costretti a chiudere alle h. 18.00, o  il sabato e la domenica, in alcuni periodi, addirittura, costretti a lavorare solo con l’asporto, chiusi durante le festività tutte,   costretti a mantenere il distanziamento e ingressi contingentati, costretti a rinunciare a banchetti di ogni tipo hanno notevolmente diminuito il fatturato.

“Qualcuno peraltro ha continuato a pagare l’affitto, o il mutuo. – aggiungono – Qualcuno ha come unica fonte di reddito familiare l’attività di cui si discute. Qualcuno teme di non poter riaprire. Qualcuno ha già definitivamente chiuso. Riteniamo che ci sia un errore di calcolo nell’applicazione di questa tassa alle diverse attività e, dunque, chiediamo  di pagare la spazzatura realmente  prodotta durante i mesi in cui abbiamo realmente  lavorato, che gli operatori hanno realmente  raccolto e che poi è stata realmente  smaltita. Non chiediamo miracoli, ma più semplicemente di non pagare per i mesi in cui non avete svolto alcun servizio di ritiro e smaltimento di una spazzatura che purtroppo e non per scelta nostra non abbiamo prodotto perché non abbiamo lavorato.

Vi chiediamo solo di lasciarci in vita e di farci sentire membri di una comunità che accoglie”.

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