Attualità

Marilina Liuzzo, la donna ginecologa che cambiò il volto del consultorio ennese

Enna si prepara ad accogliere Alba Porto, la giovane regista autrice, insieme a Giulia Ottaviani, di “Radici, lo spettacolo tratto dai diari del Coordinamento Femminista di Enna. Ma la città sembra attendere lei, Marilina Liuzzo, autrice nel 1975 di quei diari.
Ginecologa e omeopata, Marilina, che di Alba è la madre, se n’è andata, nel 2009 a 56 anni. Troppo presto. Una ferita che, per i tanti che l’hanno conosciuta stimata ed amata, non si è mai completamente rimarginata. A Marilina che, tra i tanti prestigiosi incarichi ed esperienze, è stata socia fondatrice di Agite, Associazione
Ginecologi Territoriali, e ha inaugurato una stagione di fattiva ed efficace collaborazione con tutta la Aogoi siciliana, l’associazione che riunisce i ginecologi italiani, in particolar modo sui temi della nascita, è intitolato il Consultorio di Enna, un luogo che lei ha riempito di contenuti e innovazioni. La sua amatissima figlia, Alba, ne ha raccolto il testimone quando, casualmente, ha scoperto quei diari che la madre aveva gelosamente conservato per oltre 40 anni. Di quel suo essere femminista, Marilina ne aveva fatto uno stile di vita. Sin dall’approccio così empatico con le donne, di tutte le estrazioni sociali e culturali, che frequentavano il consultorio. Con la professionalità e la competenza che la contraddistinguevano, per ognuna c’era certamente la cura medica ma anche la vicinanza di cuore. Da donna a donna. Perché Marilina era una che lasciava il segno e non si tirava mai indietro. In un periodo buio della mia vita, al mio fianco a Ginevra per un corso di autocoscienza, a Catania per camminare sui carboni ardenti e accanto a me mentre nasceva una bimba che non ho mai conosciuto. Ora quelle ragazze del 75, le loro storie e le loro speranze, Gisella, Mariantonietta, Cinzia, Patrizia e tante altre ,
donne femministe, in un periodo che quella parola faceva più paura di quanto oggi sembri ingiustamente desueta, custodite in quel diario, grazie ad Alba e Giulia, prendono vita. Raccontare Marilina Liuzzo, non è certo facile, e, forse non è necessario. Se solo si potessero incrociare gli occhi delle tante, tantissime donne
che, grazie a lei sono diventati madri consapevoli, ogni parola diventerebbe superflua. Quando, come un pugno alla stomaco, arrivò la notizia della sua morte, Carlo, il papà di Alba, mi chiese di rintracciare questa foto, che vedete a corredo dell’articolo, scattata da un fotografo catanese per una rivista femminile, che dedicò
un articolo a donne che si erano distinte nel territorio. Tra queste c’era Marilina. Anch’io conservo agende e diari di epoche lontane così, non senza difficoltà, riuscii a rintracciare il fotografo e a farmi consegnare questa foto. Marilina è lì, nella palestra del Consultorio con quel suo sorriso accattivante e mai scontato. E lì che ci osserva
e, a distanza di anni, ci racconta ancora della sua vita e della sua professione.

Pierelisa Rizzo

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