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Un nuovo Papa per un tempo difficile: la Chiesa scelga il coraggio della verità

Siamo in attesa che la Chiesa elegga il nuovo Pontefice (Pontifex, facitore di ponti).

Tutti si sbizzarriscono nelle più svariate previsioni, cattolici e non, osservatori e cultori da tastiera.

Ovviamente la scelta spiazzerà sempre tutti, come spesso è accaduto, utilizzando gli schemi banali della attuale politica iper polarizzata, complice anche il meccanismo social, non comprendendo che la scelta, certamente non facile, anche per il carisma del compianto Papa Francesco, difficilmente replicabile (o forse sì?), renderà sicuramente difficoltosi i primi passi del futuro successore di Pietro.

Eppure quelli che credono, come il sottoscritto, sanno benissimo che lo Spirito Santo saprà indirizzare la scelta verso il bene della Chiesa.

Che, ai tempi nostri, si rivolge ad un mondo particolare, sull’orlo di eventi globali infausti, mentre già tante tragedie si svolgono attualmente per la conquista di potere economico e la sopraffazione di alcuni su altri.

Sarà, allora, un Papa che, nella giusta misura e nel ruolo di autorità morale mondiale, dovrà lavorare per unire e non per dividere, per costruire dialogo, con la stessa fermezza che ha praticato Papa Francesco, non sempre adeguatamente compreso, ovvero tirato da una parte o dall’altra, come se fosse un influencer cui mettere un like.

Su una cosa, credo, non si potrà più prescindere, direi priorità fra altre non meno di altre: il tema degli abusi va affrontato finalmente e con la giusta forza, senza tentennamenti e senza ripensamenti.

Troppi episodi, troppa superficialità, a volte ingenuità, troppi abusi ai danni delle anime più sensibili e innocenti, tratte in inganno dall’amorevolezza e dal naturale affidamento di famiglie e scuole, che mai potrebbero immaginare di trovare l’orco in sagrestia.

La misura è colma, l’omertà non è più tollerabile, la violenza si appartiene al mondo esterno, purtroppo in crescente misura e contro questa ci si deve battere da veri cristiano militanti, ma in Chiesa ciascuno deve poter trovare la pace per approfondire il suo dialogo con Dio e con la propria Fede, non rischiare di perderla.

Nessuna scusa per alcuno, quando i fatti sono sufficientemente accertati, chi li ha commessi deve anzitutto chiedere perdono, civile e religioso, alle vittime, poi espiare nella giusta misura quanto stabilito dalle leggi dello Stato e, soprattutto, pentirsene davanti a Dio.

E chi ha colpevolmente coperto, doppie sanzioni e doppi pentimenti, davanti alla comunità religiosa e civile, perché chi porta un abito talare deve esserne degno.

Gesù ha insegnato che i bambini non vanno scandalizzati e che debbano venire alla a lui con animo sincero, senza la paura che invece di trovare Dio vi trovino il Demonio, travestito da prete!

Gianpiero Cortese

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