Attualità

Ance: “Troppi ostacoli alla ripartenza. Le norme non bastano se manca la volontà di darne seguito”.

Parla Sabrina Burgarello - Presidente dell'ANCE di Enna

Un lungo periodo di crisi per il settore delle costruzioni che specie nelle realtà periferiche e istituzionalmente più deboli si protrae ormai da 12 anni e che il blocco per il COVID-19 ha accentuato, ha spinto la Presidente dell’Ance Enna a lanciare un appello.
“E’ arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di pensare in un modo nuovo per far ripartire imprese, occupazione e quindi il benessere di noi tutti. La normativa, anzi l’enorme produzione normativa, di questi ultimi mesi ci mette davanti sfide complesse, alcune opportunità e tanti problemi irrisolti. L’assenza di strategie di ripresa dalla crisi economica che dal 2008 ci attanaglia è venuta fuori con grande evidenza in questo frangente. Si sono viste le debolezze del nostro sistema, troppe volte appoggiato su pochi e sulla loro buona volontà, ma con una struttura debole e appesantita da un apparato amministrativo assolutamente inadeguato a gestire le esigenze della società, specie di quella economica-produttiva. Le debolezze evidenziate non sono solo quelle delle strutture ospedaliere, per anni condannate alla chiusura e che l’epidemia ha invece mostrato come necessarie, non sono solo le strutture scolastiche per anni affollate e oggi evidentemente inadeguate, ma sono anche quelle di un sistema burocratico troppo lento, troppo avvitato su se stesso, di un sistema del credito che anche in questo frangente sta mostrando la sua inadeguatezza.”
“Lo Stato ha deciso di adottare una strada, quella della normativa di emergenza, che se non accompagnata dalla volontà di tutti e dalla condivisione degli scopi, rischia di restare solo sulla carta. E ad oggi nella nostra realtà i segnali ancora non ci sono. Si pensi che nonostante le Leggi approvate consentirebbero alle banche di concedere finanziamenti garantiti per intero dallo Stato e per generare liquidità alle imprese che vorrebbero ripartire, i dati in nostro possesso indicano che pochi, se non pochissimi, hanno potuto averne accesso. Le banche non solo non promuovono presso la loro clientela gli strumenti ma sembrano non gradire neanche quando viene loro proposta.  L’assenza di una condivisione degli scopi rischierà poi di far vanificare anche l’intervento sui bonus edilizi che possono essere una leva di rilancio dell’edilizia importantissima, ma che senza credito è del tutto irrealizzabile”
Quindi la Burgarello lancia un appello “Tutte le istituzioni amministrative e politiche,  devono ora cercare di aprire una stagione in cui si possano fissare pochi e chiari obiettivi per far ripartire la nostra piccola realtà economica. Il mondo associativo e quello sindacale ci stanno provando ed insieme hanno già aperto un tavolo programmatico,ma senza interlocutori disponibili a dare una svolta, ad accelerare ed in sintesi a rimboccarsi le maniche non si potrà ripartire”
Anche su questi aspetti il mondo associativo si è subito messo a disposizione. La nostra associazione ha attivato un servizio gratuito per le imprese che offre loro la possibilità di avere una rating da parte di una delle maggiori società specializzate a livello europeo che possa costituire un vero e proprio passaporto bancario. Anche sul cosiddetto superbonus abbiamo attivato un servizio di assistenza alla collettività, del tutto gratuito, che permette di sapere se per la propria abitazione si può accedere all’agevolazione o meno. Abbiamo creato un sistema che accompagna le aziende sin dalle fasi precontrattuali, certificando sin dall’inizio la cedibilità del credito in modo da dare maggiori garanzie alle banche o agli altri soggetti che possono acquistarlo, e che assiste in tutte le fasi ottimizzando gli incentivi per fare gli interventi. Infatti occorre evidenziare che anche se il bonus è al 110% non tutti gli interventi o le lavorazioni richieste possono beneficiarne, noi siamo in grado di suggerire il modo migliore per incastonare gli interventi nelle varie soluzioni normative. Anche in questo caso il nodo che speriamo sia sciolto è quello del credito,, infatti le aziende che eseguono i lavoro e emettono fattura scontata devono avere la solidità necessarie per anticipare i costi e quindi devono avere credito bancario. I segnali per ora verbali che abbiamo dal mondo bancario ci lasciano sperare bene, ma occorre che dalle parole si passi ai fatti e lo si faccia in tempi compatibili con le esigenze normative e della produzione.
“In conclusione possiamo dire che gli italiani ma ci sono facciamo in modo che ci sia l’Italia, specie quella pubblica, a credere nella ripartenza”
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