Attualità

UN TESORO CHE EVAPORA

Ristretto per un’evaporazione eccessiva al termine di un’estate africana, svuotato per i
prelievi, provvidenziali certo, per spegnere gli incendi che hanno devastato come non mai il
territorio. Il lago di Pergusa soffre. Affiora il terribile ricordo di vent’anni prima quando si
ridusse ad una spianata crepata. Una condotta realizzata apposta apportò l’acqua dell’Ancipa
e lo riportò in vita. Ora il suo equilibrio è nuovamente traballante. Chi deve occuparsi della
sua salute? Per non farsi trovare impreparati, perché prima o poi pioverà, chi deve pulire i
canaloni di afflusso, l’unica sua fonte di apporto? L’ex Provincia? Il Comune? È sufficiente
definirsi ente non competente per tirarsi fuori? L’uno può farsi pungolo dell’altra? O bisogna
attendere poi la verbosa politica dell’emergenza? Il lago ha bisogno di più interventi. Poco
tempo fa si era programmata l’eliminazione degli eucalipti, terribili idrovore non autoctone.
Un pensiero senza azione. Non sarebbe giusto che, attraverso la condotta utilizzata venti anni
fa, venisse restituito quando prelevato per spegnere gli incendi? Il lago di Cerere e
Proserpina non è un effetto cartolina, il mito di Kore va alimentato, letteralmente.

Mario Rizzo

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