Filosofando

Economia Umanistica

“Economia Umanistica” è un progetto che interessa, a quanto riferito dal prof. Valerio Malvezzi
(economista che sta lanciando in Italia questa filosofia economica di nuova generazione), anche l’
“Università Internazionale per la Pace” che ha chiesto di aprire un dipartimento di “Economia
Umanistica” presso la sede di Roma che funge da centro del Mediterraneo. Tutto questo, perché
l’economia ha abbandonato il pensiero virtuoso di un tempo remoto. Il fatto che noi possiamo
proteggere tutto ciò che ci circonda, con l’applicazione di un pensiero etico, è stato dimenticato
totalmente dalle “scienze economiche” oramai piegate alla “religione” dell’econometria. Ce lo
insegnava Aristotele nel “Libro I” della “Politica” intimandoci di non perseguire l’altra faccia della
“crematistica”: quella che mira ad acquisire ricchezze illimitate e quindi non parte “nobile”
dell'economia. Essa soddisfa bisogni secondari ed è artificiale in quanto frutto di altra “scienza
economica”. Noi siamo vibrazione. Quando si parla di “verbo divino”, si parla essenzialmente di
vibrazione. Tutto questo noi lo abbiamo dimenticato. A questo punto, dopo avere disumanizzato
gran parte di noi, dobbiamo recuperare… Gli eventi recenti ci spingono a creare un nuovo
paradigma di pensiero che guarda ad un’economia che rispetta, ed è più vicina alle dinamiche
dell’esistenza dell’individuo: come la famiglia, la natura, l’istruzione, la sanità, la cultura, l’arte.
Gran parte della nostra arte e della nostra letteratura si rifà al rapporto con il divino. Un’economia
sana dovrebbe tenere ben presente questo rapporto, rendendo etico il mondo dello scambio. Il
tipo di economia che si può pensare, con questa logica, è un’economia centrata sul lavoro e non:
sul capitale, sulle borse, sui mercati speculativi, sullo spread. E’ stato dimenticato che il lavoro
restituisce dignità agli individui. Il lavoro sottostà alla logica del faticare, del sacrificarsi per ottenere
qualcosa, soprattutto per ottenere una fetta di spazio all’interno dell’Umanità. Questa è la
centralità che si deve ottenere: IL LAVORO! Non la centralità del “mercato speculativo”. La filosofia
economica liberista ci spinge ad accumulare denaro, lavorando sempre trecentosessantacinque
giorni all’anno, per raggiungere obiettivi e felicità attraverso il possesso di beni, spesso voluttuari.
Questo sistema centrato sul capitale, ci induce a dimenticare che noi non siamo qui per lavorare
dodici ore al giorno, ma siamo qui per capire chi siamo. Ed è quest’ottica turbo-capitalista
aberrante che ci distrae e che dobbiamo contestare, riflettendo sulle nostre azioni e correggendo le
nostre abitudini. Di questo discuteremo nel prosieguo e non solo. Affronteremo anche riflessioni di
carattere filosofico perché la filosofia, assieme alla letteratura umanistica, può suggerirci dei modi
di essere che possono aiutarci a prendere consapevolezza delle dinamiche fuorvianti che regolano il
mondo, condizionando le nostre menti e la nostra determinazione che finisce, sempre più, per
essere non più autodeterminata, ma, altrui determinata.
Tony La Rocca

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