Religione

“Vieni fuori “. Lasciar cadere le bende che ci impediscono di camminare e vivere

Meditazione V^ Domenica di Quaresima 2020

Dal Vangelo secondo Giovanni 11,1-45 (Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45)
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

La riflessione sul vangelo di questa domenica continua, per certi versi, quella del vedere svoltasi domenica scorsa attorno alla figura della guarigione del cieco nato, illustrandoci quali sono le conseguenze del non voler vedere. Possiamo, infatti, addormentarci per non vedere facendo così della nostra vita un sepolcro esistenziale. A volte ci rinchiudiamo nei nostri sepolcri, paradossalmente, per poter dare un senso alla nostra vita, altre volte a causa dell’indifferenza degli altri che spengono le nostre speranze, a volte per la nostra stessa paura di vivere. Il guaio è che alla fine rischiamo di trovarci a nostro agio dentro i nostri sepolcri, divenuti spazi soffocanti ma rassicuranti, luoghi senza vita nei quali però poter coltivare l’illusione di vivere. La resurrezione di Lazzaro, oltre ad essere segno che anticipa la resurrezione di Gesù, rappresenta che il passaggio dalla morte alla vita è reso possibile dall’amore, l’“amore concreto, personale, quotidiano, amicale” che lega Gesù a Lazzaro. E’ straordinario constatare, in questo brano, che per Gesù anche l’amicizia narra la gloria di Dio, come gli affetti umani. Più volte si sottolinea nel brano odierno la commozione di Gesù che piange la morte dell’amico: qui Dio si rivela come umano, in tutto uguale a noi. Lazzaro ci rappresenta come umanità malata, (“Colui che tu ami è malato”): ciascuno di noi è amato dal Signore, ciascuno di noi è ferito dalla vita. Questa condizione sollecita l’intervento di Gesù come l’amico che dà la vita per i propri amici. “Siamo gli amici amati e malati che Dio aiuta”. E’ paradossale questa verità che concerne l’uomo che, se da un lato teme la morte, dall’altro trova la forza di dare la vita per un altro, di morire per una persona amata o per una causa giusta. Di fronte alla tomba di Lazzaro, “Gesù crede l’amore anche davanti alla morte, Gesù continua ad amare anche davanti al cadavere”: in ciò sta la forza dell’amore che conduce il passaggio dalla morte alla vita. Nel brano non è centrale la resurrezione di Lazzaro ma la testimonianza della verità dell’amore che sfida, vincendola, la paura della morte e la paura del vivere. Gesù comanda che Lazzaro sia liberato dalle bende e sia lasciato libero di andare: ecco qui la verità dell’amore che non trattiene per sé, ma “più ama, più lascia libero l’amato”. Gesù ci sta insegnando ad amare con libertà. “Amare è liberare l’altro”. O, diversamente, abbiamo un altro modo per credere alla resurrezione, dal momento che tutti noi abbiamo l’esigenza di un amore che si avvicini e ci dica: “Vieni fuori”, vieni fuori dalla tua tomba, lascia cadere le bende che ti immobilizzano impedendoti di camminare e di vivere. “Vieni fuori” liberandoti dalla condanna della prigionia in cui ti sei rifugiato o altri ti hanno relegato, torna a guardare il mondo, a sentirti amabile, ad essere il protagonista della tua vita, a respirare profondamente. “Ogni essere umano ha dentro di sé un Lazzaro che ha bisogno di un Cristo per risorgere”, ben sapendo che la resurrezione è prima di tutto una strada da percorrere, un cammino progressivo fatto di acquisizione di crescenti consapevolezze, che può richiedere -oltre alla nostra individuale responsabilità- anche l’aiuto degli altri per poter diventare figli ed operatori di resurrezione che quotidianamente agiscono per rimuovere ogni opera di morte. Anche in questo modo “Dio è glorificato quando un uomo, una donna accetta di uscire da tutto ciò che soffoca la vita, l’intelligenza, la libertà”.

Giuseppe Vasco

Mostra altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
error: Contenuto Protetto!
Close
Close