Sagunto brucia e a Enna si litiga: cronaca di una disfatta annunciata

Si sono svolte le “elezioni provinciali”, così definite forse in memoria di un passato che non c’è più, perché più correttamente trattavasi di una consultazione di secondo grado non a suffragio universale per eleggere Presidente e Consiglieri non della Provincia ma del “Libero Consorzio Comunale di Enna”, se un pregio hanno avuto è stato quello di fare emergere finalmente le contraddizioni nel territorio del c.d. “centro destra”, ma a ben vedere mettono in difficoltà anche la sinistra, ovvero in realtà il PD, unico protagonista su quel campo, che ha espresso un Presidente, peraltro l’ottimo Avv. Piero Capizzi, cui vanno i nostri personali auguri (ne avrà bisogno davvero).
Difatti, che vi sia stata una pesante trasversalità è matematico, considerando che il PD da solo elegge solo quattro consiglieri, mentre le liste avversarie, cinque, eleggono sei consiglieri, segno evidente che se ciascuna di loro avesse votato il candidato indicato, questi sarebbe divenuto presidente.
Pertanto, la segreteria provinciale del PD non può affermare che fu tutta farina del proprio sacco o di presunti consiglieri comunali “civici”, bensì di una trasversalità evidente, di cui si sono legittimamente giovati in favore del loro candidato, se la matematica ha ancora un senso.
Ma anche il centro destra deve interrogarsi sul significato di un’alleanza che, almeno in questo territorio, è del tutto falsa e composta da soggetti che non potranno mai dialogare fra loro, almeno sin quando le loro rappresentanze politiche saranno impersonate da essi, aldilà di qualche foto opportunity buona solo per i mass media.
Tuttavia, la sinistra ha quantomeno centrato il risultato e, giustamente, ne amplifica la portata, galvanizzando i propri sostenitori e preannunciando la presa del Comune di Enna, quale successivo passo per un riscatto che, naturalmente, sarà alla sua portata, se gli altri continuano tafazzianamente a consumare vendette, dispetti, ripicchi e gelosie non sopite, a quanto pare, dalle regionali ed europee in poi.
Senza un minimo di decoro, si assiste quotidianamente ad un lancio di stracci in pubblico, talora accusando i compagni di cordata, tal’altra rivendicando una correttezza e lealtà al progetto che sappiamo tutti essere solo di facciata.
Politica richiederebbe, invece di invocare coerenze di percorso che quasi nessuno, che non sia nato in questa provincia dal 2005 in poi, può minimamente rivendicare, essendo molti, qualcuno più di altri, maestri di trasformismo, equilibrismi, tattiche di poltrona ed obbedienza a capi e capetti, le cui residenze si trovano fuori da questa provincia e che ne fanno normalmente territorio di occupazione per personalità amministrative e dirigenziali che a Catania, Palermo o altrove non trovano spazio e che trovano in Enna la loro stanza di compensazione, e mi riferisco soprattutto all’Azienda Sanitaria ed agli altri dipartimenti regionali nei loro vertici.
Richiedere oggi tavoli di confronto o codici etici e comportamentali, mentre ciascuno sta lucidando i fucili per la prossima battaglia tutta interna, è un tradimento degli elettori e dei cittadini, oltre che del tutto non credibile.
Diverso sarebbe se ciascuno avviasse un vero dibattito all’interno del centro destra, mettendo anzitutto a disposizione della coalizione le proprie cariche politiche di vertice, invece di accusarsi l’un l’altro, mettendo in piazza il conflitto, facendo scappare disgustati ancora di più gli elettori (quelli veri, da suffragio universale) che, se non voteranno dall’altra parte, certamente contribuiranno ancor di più alla piaga dell’astensionismo, già parecchio incipiente, specie in un territorio come il nostro, che continua a subire l’inesorabile emorragia demografica dei tempi attuali.
Credo che ai cittadini interessi poco di chi sono le colpe, né di pesare il più corretto e coerente da chi invece con disinvoltura, dopo aver transitato quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale, ottenendo sempre prebende e sottogoverni da gestire in maniera del tutto personale, candidamente dichiara di non aver tradito, facendo sorridere i polli e provocando fastidio per l’offesa alle intelligenze, mista ad una ilarità da cabaret.
Ma si ha come la sensazione che il mondo delle istituzioni e della politica, non solamente ad Enna, è ovvio, si stia come ripiegando su sé stesso, accrescendo autoreferenzialità e spudorato menefreghismo per i reali problemi del territorio.
Nel frattempo, se qualcuno non lo avesse compreso, è nata la provincia del territorio più o meno montano, una unione dei Comuni ispirata dall’On. Fabio Venezia, che sostanzialmente si pone come alternativa istituzionale e programmatica rispetto all’evanescente Libero Consorzio, dotato di risorse non sufficienti a dare lo slancio desiderato, dopo dodici anni di infausti commissariamenti.
Come si porranno i due enti è tutto da vedere, speriamo in una corretta e leale collaborazione, altrimenti si alimenteranno tensioni che non servono a nessuno.
Quanto al (fu) centro destra consiglio non richiesto: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, ma non vedo condottieri in grado di comprendere la necessità di evitare i consulti e deporre le armi, vedo piuttosto la continuazione di un clima di reciproca diffidenza, che non promette nulla di buono per il futuro, tranne per il PD, che temo continuerà a giovarsene, con più o meno merito.
Gianpiero Cortese