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Risparmi e inflazione: strategie per proteggere il proprio patrimonio

L’inflazione indica la crescita generalizzata dei prezzi al consumo, ovvero ciò che paghiamo per acquistare beni essenziali o beni voluttuari. Quando rimane su livelli contenuti e coerenti con gli obiettivi delle Banche Centrali, l’economia si sviluppa in modo equilibrato, i salari crescono e i consumi si mantengono stabili.

Il vero problema sorge però quando l’inflazione sale oltre i livelli considerati fisiologici, i prezzi crescono molto rapidamente, la Banca Centrale deve intervenire aumentando i tassi di interesse, l’economia rischia di entrare in recessione e molto spesso i salari non riescono a tenere il passo con l’inflazione, erodendo così sia il potere d’acquisto sia il valore reale dei risparmi.

Diventa quindi fondamentale valutare attentamente gli effetti dell’inflazione, non solo sul proprio stile di vita, ma anche sul raggiungimento degli obiettivi finanziari futuri.

Come difendersi quindi da uno scenario di questo genere?

Innanzi tutto, diventa indispensabile avere un valido progetto di pianificazione patrimoniale, sviluppata insieme a un consulente finanziario che tenga conto delle esigenze personali e familiari.

In un contesto inflazionistico, alcuni strumenti si rivelano più adatti di altri, tra questi ad esempio gli strumenti denominati “inflation linked”, che adeguano il proprio valore nominale all’andamento dell’inflazione, offrendo così una forma di protezione automatica.

Si tratta di tutti quei titoli appunto indicizzati all’inflazione, come ad esempio alcune tipologie dei Titoli di Stato, i quali, alla scadenza dell’investimento, consentono di ottenere una sorta di rimborso, che può essere parziale o integrale, dell’inflazione che si è registrata durante la vita stessa dell’investimento. Vi sono poi alcune tipologie di obbligazioni, come quelle a cedola crescente, che possono risultare più vantaggiose in contesti di inflazione temporaneamente elevata.

Fra gli altri strumenti che di norma vengono considerati più efficaci contro l’inflazione, possiamo considerare l’oro, bene rifugio per eccellenza, e i titoli azionari, soprattutto relativi ai settori difensivi come i beni di consumo primari e i servizi pubblici.

Per quanto riguarda il mercato immobiliare, occorre invece fare dei distinguo: chi già possiede un immobile vedrà aumentare il suo valore, mentre chi lo deve ancora acquistare sarà penalizzato dall’incremento delle quotazioni al metro quadrato.

Una regola d’oro, però, che non dovrebbe mai essere trascurata, è quella di mettere sempre in atto una efficace diversificazione di portafoglio, nonché di porsi obiettivi di lungo termine, evitando sia il “fai da te” sia di lasciarsi condizionare dall’andamento dei mercati nel breve termine.

Gli effetti dell’inflazione, infatti, non si possono arginare nel breve termine, occorre una strategia che possa gestire in anticipo tale rischio e possa dare i suoi risultati nel giusto arco temporale. Attendere passivamente che l’inflazione scenda può rivelarsi una scelta penalizzante, soprattutto se si rinuncia a investire nel timore di perdere i propri risparmi.

Infine, è consigliabile mantenere sul conto corrente solo la liquidità necessaria per le esigenze di breve termine e contemporaneamente aumentare il proprio risparmio (meglio se attraverso un piano di accumulo in strumenti come fondi o etf) in periodi di bassa inflazione, controllando il proprio schema di consumi nei periodi di inflazione più elevata. Nessuno di questi strumenti però, considerato da solo, può costituire una difesa efficace contro l’inflazione. La tutela del risparmio passa da un insieme di scelte coerenti, da una visione di lungo periodo e da una gestione oculata e consapevole del portafoglio.

A cura di Stefano Lorusso, Consigliere d’Amministrazione di EFPA Italia, Fondazione affiliata di EFPA – European Financial Planning Association.

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