Pisciotto dimenticata: simbolo dell’immobilismo amministrativo

Da oltre un decennio assistiamo ad un lento e continuo declino della zona Pisciotto, ormai dimenticata dall’Amministrazione comunale e ridotta ad un quartiere di bassa levatura, nonostante si trovi praticamente all’ingresso della parte alta della città e sia biglietto da visita per il centro storico, nonché luogo di ritrovo e area residenziale importante per la nostra cittadinanza.
La situazione, tuttavia, è lasciata al degrado ed all’incuria da numerosissimi anni. La villa Farina, una volta luogo ideale per portare i propri figli a giocare o per godersi un po’ di refrigerio nei mesi estivi, è ormai inaccessibile e completamente abbandonata, la strada e la rotonda circondata da transenne e nastri rossi, del tutto dissestata e in cattivo stato, e cittadini e le attività commerciali rimaste -e grazie alla loro resilienza – si sentono abbandonati dall’Amministrazione.
Una situazione che diventa drammatica e fioriera di danni: nei mesi invernali con le prime piogge si creano zone del tutto inaccessibili a causa delle pozze d’acqua stagnante che si formano e spesso pure le abitazioni subiscono danni. Non solo, negli ultimi anni poi l’incuria crescente con cui sono state gestite anche le strade della nostra città ha aggravato le condizioni del manto stradale e la relativa circolazione della zona in questione, nonché il decoro della nostra città. Le foto scattate all’indomani delle ultime piogge di metà giugno mostrano tutta la gravità delle condizioni della zona Pisciotto a causa dei notevoli avvallamenti che da tempo interessano la zona che va dal ponte all’ingresso della villa.
A ciò si aggiunge il cattivo stato di manutenzione del ponte di via Pergusa che richiede con urgenza lavori di manutenzione per l’incolumità degli automobilisti e di residenti. Da alcune foto è evidente lo stato in cui versa la struttura: il ferro che compone le campate è completamente deteriorato ne consegue pertanto il distacco del calcestruzzo con la caduta di calcinacci nella parte bassa del ponte, oltre alla fitta vegetazione che si è riprodotta nelle fessure.
Dalle perizie svolte in passato è emerso che la zona insiste su una vecchia discarica; pertanto, la presenza di materiali di risalita ha causato nell’ultimo periodo assestamenti e movimenti a dir poco preoccupanti.
Le ultime piogge hanno poi aggravato la situazione, creando enormi pozzanghere d’acqua stagnante che incidono sulla circolazione e favoriscono la diffusione di cattivi odori.
Dinnanzi a questa realtà, il silenzio e l’immobilismo dell’amministrazione comunale. Erano questi i requisiti con cui si sperava che Enna fosse nominata capitale della cultura?
Segretario PD Enna – Giuseppe Seminara