Pergusa, quanti danni all’autodromo per piccole ed inutili vendette

Quanto danno ha prodotto il voto sconsiderato del consiglio comunale dell’agosto scorso quando affossò la proroga della gestione del Consorzio ente autodromo di Pergusa lo si potrà scoprire solo a conclusione della vicenda. Oggi assistiamo alla pantomima messa in scena da attori che sembrano aver perso il filo del copione. Ma andiamo con ordine primo danno causato l’impossibilità di rinnovare due licenze Fia scadute il 31 dicembre scorso. La Federazione per il rinnovo ha chiesto la messa in opera di determinati lavori, cosa ad oggi neppure programmata. Senze queste licenze niente gare per bolidi a ruote scoperte, monoposto. Quelle insomma che attirano più pubblico. Ma che le cose vanno sempre peggio lo riferisce il diminuito impegno della Pirelli, che sborsa circa 300 mila euro l’anno. Il contratto scade nel 2030. Negli anni passati nei primi sei mesi l’azienda costruttrice di pneumatici aveva utilizzatto il circuito per 60-70 giorni. Quest’anno solo 25. Un disimpegno che porta a pensare che l’azienda sta valutando altre ipotesi. Si ha poi notizia che recentemente un albero è caduto dentro la pista ma non sarebbe stata attivata nessuna azione per rimuovere e smaltire il tronco. L’autodromo in questo stato continua a perdere opportunità. Pochi giorni fa l’assessore regionale all’Energia Francesco Colianni ha dato notizia del varo di un bando per l’efficientemento energetico. L’ex consorzio potrebbe sfruttare l’occasione per presentare un progetto, che pare sia quasi pronto, per un milione e 400 mila euro. Radio fante conferma invece che nulla si muove. Ce ne sarebbe un altro riguardante il paddok, 300 mila euro. Anche su questo fronte tutto fermo. Non è stata rinnovata neppure la convenzione con l’arma dei Carabinieri, altra entrata che si è spenta. E attenzione al contributo triennale della Regione, che gira intorno ai 500 mila euro l’anno, rispetto il quale si è adoperata l’on. Luisa Lantieri. Considerato che l’autodromo non fa attività sportive e quindi non rendiconta non è per nulla campato in aria la possibilità della revoca del contributo. Adesso cosa fare? Prima di tutto bisogna contare i danni e poi leccarsi le ferite, quindi dire grazie al voto che parte del consiglio comunale ha utilizzato solo per menare sberle, calci e pugni a destra e a manca senza riflettere un minuto sui possibili danni che andava a procurare. Avendo chiaro di essere sull’orlo del baratro sarebbe cosa giusta ripartire dall’errore per verificare con certezza la possibilità di revocare o meno l’attività di liquidazione che da sola costerebbe dai 3 mila ai 4 mila euro al mese per arrivare ad una nuova gestione del vecchio consorzio. La Regione infatti ha recentemente confermato che non è possibile creare un nuovo consorzio. I tre vecchi soci, Comune, ex Provincia e Aci, dovrebbero verificare presto e con estrema certezza la possibilità di riavvolgere la pellicola e ritornare ai primi giorni dell’agosto del 2024. Rispetto tale percorso, irto di difficoltà, ci sono stati vari pareri positivi, ma la materia è delicatissima e oltre di opinioni più o meno autorevoli necessitano provvedimenti e decisioni. Anche perchè fin quando la liquidazione non verrà definita i tre soci dovranno corrispondere i contributi annuali e il contratto con la Pirelli, scadenza 2030, allunga ogni prospettiva. Senza considerare che in Italia e particolarmente in Sicilia le liquidazioni degli Enti registrano percorsi ultradecennali basti ricordare i casi dell’EAS o dei Consorzi agrari.