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Otto anni all’ex assessore regionale Paolo Colianni: la Corte d’Appello irrigidisce la condanna e apre il fronte civile

La decisione della Corte d’Appello di Caltanissetta segna una nuova e più severa tappa nel procedimento giudiziario che vede imputato Paolo Colianni, medico e psicoterapeuta ennese ed ex assessore regionale alla Famiglia. Il collegio ha infatti riconosciuto una maggiore gravità dei fatti contestati, condannandolo a otto anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di una quattordicenne.

Il verdetto ribalta in parte la linea tenuta dal Tribunale di Enna, che in primo grado, nell’ambito di un rito abbreviato, aveva inflitto cinque anni e quattro mesi di carcere, applicando le attenuanti generiche. I giudici d’appello hanno invece ritenuto non sussistenti tali attenuanti.

Un altro aspetto rilevante della sentenza riguarda il risarcimento: la Corte ha stabilito che l’entità del danno dovrà essere definita in un autonomo procedimento civile. Si tratta di una scelta differente rispetto a quella adottata in primo grado, dove il Tribunale ennese aveva già fissato un indennizzo pari a 150 mila euro.

Colianni non ha presenziato alla lettura del dispositivo. 

La vicenda, per la figura pubblica dell’imputato e per la delicatezza delle accuse, ha suscitato particolare attenzione. Le  pronunce dei due gradi di giudizio mostrano un percorso complesso, in cui il sistema giudiziario è chiamato a bilanciare la tutela delle persone più fragili, la valutazione delle prove e il rispetto delle garanzie difensive.

Ora si attende il deposito delle motivazioni della Corte d’Appello, documento che offrirà un quadro più completo sulle ragioni che hanno condotto all’inasprimento della pena e sul mancato riconoscimento delle attenuanti.

Manuela Acqua

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