
Dal 12 al 25 agosto, la Chiesa del Monte di Castelbuono diventa il luogo in cui il tempo rallenta e le storie prendono forma. Qui prende vita Memorie, una mostra che riunisce due artisti ennesi: lo scultore Mario Termini e il pittore Aldo Petralia. Un percorso espositivo che è prima di tutto un incontro di anime e di esperienze.
Il titolo non è solo un richiamo poetico: racchiude l’essenza dell’esposizione, perché ogni opera è una memoria, un frammento di vita sedimentato nella materia o impresso nei colori. Alcuni lavori accompagnano i due artisti da decenni, veri e propri compagni di viaggio che hanno assorbito stagioni luminose e altre più inquiete mostrando la pazienza di chi fa arte non solo con le mani, ma con gli anni di ricerca, ascolto e trasformazione.
Pur lavorando in ambiti espressivi diversi, Petralia e Termini condividono una visione affine: nelle loro opere la figura femminile emerge con forza, non come ornamento o semplice soggetto, ma come presenza capace di portare con sé identità, intensità e complessità. Nei volti scolpiti da Termini e nelle tavole dipinte da Petralia, la donna appare radicata e fragile, vicina e lontana, avvolta da un’aura che invita a fermarsi, a guardare oltre la superficie.

Una delle opere, realizzata insieme dai due artisti, incarna perfettamente questo sentire: una donna che lascia cadere la maschera e si osserva nello specchio. È un’immagine che parla di rivelazione, di coraggio e di un ritorno alla verità interiore, che unisce in un’unica forma la solidità plastica della scultura e la vibrazione cromatica della pittura. C’è qualcosa di profondamente intimo in questa scena: non è solo una donna che guarda un’immagine, è un essere che si confronta con sé stesso. Lo spettatore, quasi voyeur di questo incontro, è chiamato a chiedersi se ciò che vede è il momento della rivelazione o quello della nostalgia. È un’opera che parla di identità, di doppio e di riconciliazione. L’emozione dominante è quella di un ritorno a sé: un invito a fermarsi, guardarsi negli occhi e accogliere ogni piega, ogni ombra, ogni verità. Anche se fa male.
Memorie non è soltanto una mostra: è un invito ad ascoltare ciò che la materia e il colore hanno da dire, a lasciarsi attraversare da storie che parlano di vita, di identità e di ciò che resta quando tutto il resto svanisce.
La mostra terminerà il 25 agosto. C’è ancora tempo per recarsi a Castelbuono.
Manuela Acqua