Politica

Rosalinda Campanile: “In politica parla la storia di ognuno di noi non l’ultimo comunicato stampa”.

Su Italia Viva, non ho molto da dire. In politica parla la storia di ognuno di noi, non l’ultimo comunicato stampa. Io sono renziana da quando Matteo Renzi comparve sulla scena politica italiana.
Ad un certo punto arrivò Alloro tra i renziani, sponsorizzato dagli on Sammartino e Sudano. Non fu una festa per il gruppo dei renziani dell’epoca. Io decisi subito di superare le divisioni del passato, intanto perché me lo chiese il mio amico Davide Faraone e gli amici non si mettono mai in difficoltà. Inoltre, non mi è mai piaciuta l’idea della politica che caccia invece che accogliere, l’ho subita e la rifiuto sugli altri. Adesso era arrivato pure Gargaglione con quel che resta di Sicilia Futura. E’nato un corposo gruppo consiliare. Sono stati nominati due coordinatori temporanei, in attesa di un congresso o qualcosa di simile in cui dare voce ad iscritti e simpatizzanti, attraverso un confronto politico. Non ho preteso nessun ruolo. Forte in me l’idea di squadra a campo largo, sogno un partito riformista che faccia battaglie sui diritti civili e sociali. In Italia, mi sono confusa, non capisco più dove stanno i progressisti. L’alleanza con i 5 stelle, mette in crisi sulla carta un’idea di governo progressista. Quelli vogliono l’assistenzialismo, sono no vax, dell’Europa hanno un’idea vaga, altro che idee riformiste. Insomma, un’alleanza magari necessaria ma innaturale. In Sicilia, Renzi dovrà chiarire cosa vuole fare. Ad oggi vedo un’Italia Viva siciliana con colonnelli ma senza esercito, soprattutto, deboli nell’opposizione a Musumeci se non addirittura stampella dello stesso. In questo attuale quadro siciliano, secondo me, pesa negativamente l’assenza del sen Faraone, troppo impegnato nella gestione del gruppo al senato. Una caduta di stile quella degli onorevoli Sudano e Sammartino che viaggiano in giro per l’isola e riuniscono Italiae vive a metà. I leaders non si comportano così. Forse su di loro pesa una formazione tutta a destra, da PDL ad art 4, in cui le scelte politiche magari erano più verticalizzate. Insomma, si dovrà fare prima o poi una riflessione dentro Italia Viva, vera intendo, attraverso la convocazione di iscritti e simpatizzanti con conseguenziali elezioni di organismi dirigenti scelti dal territorio, non calati dall’alto o per discendenza ereditaria. Lo dirà la base dei renziani chi sarà Italia Viva. Resto renziana, certamente non potrà farmi cambiare idea cosa scrive un giovane, simpatico e promettente coordinatore di Italia Viva, peraltro, pure voluto da me oltre che da suo papà, Sammartino e Sudano. Speravo che Italia Viva ennese si costruisse all’interno di un clima di maggiore coerenza politica. Ma rebus sic stantibus!
Sulla città, feci una scelta di fondo tantissimi anni fa con molti amici. Non potevamo più stare in silenzio dentro il partito di Crisafulli, per ragioni politiche chiare e pubbliche. La rottura si determinò quando Lui creò il più grande e dannoso carrozzone clientelare chiamato ATO Rifiuti, di cui gli ennesi pagano ancora le ‘bollette’, li si assumevano parenti ed amici senza nessuna logica meritocratica. Parlo di scelte politiche non di ipotesi giudiziarie che non mi sono mai interessate. Facemmo battaglie nei congressi su questo tema e fummo pure espulsi. Poi l’acqua privatizzata ad Enna, prima che in tutto il resto della sicilia. Noi eravamo contrari. Ancora prima l’idea di una zona industriale ad Enna che vide arricchire non enna, ma solo alcuni ennesi. Quelle diverse visioni sulla politica, sul territorio e sullo sviluppo ci hanno divisi per sempre. Anche su questo, ci vuole coerenza in politica. Mica si può stare insieme negli anni dispari e divisi in quelli pari, come riescono a fare alcuni non so.
Sull’amministrazione Dipietro. Fu una scommessa di un po’ di pazzi. Tutti davano Crisafulli come vincitore. Io no, perché ho stima del popolo. Abbiamo compiuto una rivoluzione in questa città. Lasciamo perdere le cose fatte, talmente tante che anche fatichiamo a ricordare. Il punto più rivoluzionario di questa esperienza è stata la libertà. Abbiamo scelto ad Enna cosa fare di Enna, senza intromissioni regionali e nazionali, senza ricadute di equilibri più ampi. Devo ringraziare gli onorevoli Colianni e Grimaldi, per il loro contributo esterno sempre democratico, sobrio e costruttivo. Il modello Dipietro è un modello necessariamente civico. Ci siamo svestiti cinque anni fa dei simboli ed abbiamo lavorato per Enna. A questa avventura si unirono altri, oggi pentiti, ed io ne fui felice. Lo sarei pure se altri si unissero a questo miracoloso patto per Enna o Partito per Enna, come lo ha chiamato l’ass. Colianni. Tutti insieme per rilanciare ancora di più Enna. Sbaglia chi porta ad enna per discutere di Enna deputati e senatori catanesi, consentendo loro di costruire alleanze per le prossime regionali (in cui si dice che Sammartino sogni la presidenza con un si del pd crisafulliano. Non è un mistero la simpatia nutrita da titolare del partito democratico ennese per il giovane deputato, lo aveva proposto come segretario del pd siciliano solo un annetto fa e certi amori o affinità non finiscono mai). Enna agli ennesi, dunque. Non ci servono padrini qui. Non mi sarei sognata di chiedere un’intromissione di Faraone sulle questioni ennesi. Siamo tutti adulti oramai ed Enna è degli ennesi. I problemi politici sono questi, altro che Lega. Sottovoce ricordo che uno dei maggiori big vicini a Gargaglione stava nella Lega Nord qualche anno fa e lo stesso ex deputato, sosteneva il sindaco Ardica del Movimento Sociale Italiano nei tempi in cui le ideologie erano pure più forti di adesso. Gente con idee fluide, Sammartino incluso. Insomma, sorrido un po’ sulla loro rigida posizione ideologica, peraltro infondata del tutto ed inesistente. Nessun simbolo sarà presente nella prossima competizione elettorale. Ci saranno diverse liste costruite dagli attuali gruppi consiliari. Chi candidare dentro le liste sarà compito di ciascun gruppo e faremo tutti del nostro meglio sempre per il bene del nostro partito che si chiama Enna. Cinque anni fa, parte della città si scandalizzò della presenza mia, di Contino ed altri accanto a Dante Ferrari. Abbiamo dimostrato che la buona amministrazione di una città è possibile pure in presenza di posizioni ideologiche diverse.
Renziana, anticrisafulliana, dipietrana, ennese, così riassumo la mia lunga storia politica. Non so come facciano altri, ma io non riesco mai a cambiare strada dopo averne scelta una convintamente. Ad alcuni amici che hanno scelto di interrompere, dopo averlo intrapreso, un percorso comune pure virtuoso dico solo che, ‘oportet studuisse, non studere’.
Rosalinda Campanile

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