Cultura

“Il Sole che verrà”: il docufilm di Antonella Barbera e Fabio Leone incanta il Giffoni Film Festival

C’è un modo di fare cinema che non ha bisogno di effetti speciali per commuovere, che non rincorre il sensazionalismo ma si affida al silenzio, al tempo, alla luce. È il cinema di chi sa ascoltare, di chi sa guardare davvero. È il cinema di Antonella Barbera e Fabio Leone, due registi che sono prima di tutto due anime gentili, due artisti, due sognatori appassionati che sanno trasformare ogni storia in un gesto d’amore.

Al Giffoni Film Festival 2025, dove i sogni hanno da sempre diritto di cittadinanza, hanno presentato il loro ultimo lavoro, Il Sole che verrà, un docufilm che racconta l’esperienza della Macchina Solare Archimede e dell’associazione Futuro Solare. Il film è stato accolto con calore ed emozione e ha ricevuto un Premio, un riconoscimento che celebra chi sa coniugare visione artistica, impegno civile e profondità narrativa.

“Siamo nel team di Futuro Solare sin dalla prima sfida, la prima macchina, abbiamo realizzato il primo documentario su Archimede 1.0 e ci siamo occupati di dare a questa realtà una voce attraverso diversi filmati realizzati negli anni”, raccontano i due registi. “Questa volta abbiamo fatto un memoriale immaginando che Enzo Di Bella, instancabile ideatore del progetto, tornando dal futuro, dica al mondo che questa è la strada giusta: quella a basso impatto ambientale. Il nostro documentario, fatto di coriandoli del passato, alterna natura e tecnologia con un ritmo coerente: questa storia è la cosa più green che abbiamo mai fatto e ne andiamo fieri perché abbiamo visto e toccato con mano un’idea che si materializza. Il Sole che verrà è stato immaginato soprattutto per contesti come il Giffoni, palcoscenici osservati dagli uomini del futuro! Un enorme ringraziamento va all’autore del soffio vitale che ha dato anima al nostro lavoro: il maestro compositore Giacomo Cuticchio”.

Il loro sguardo è un abbraccio. È profondo senza essere invadente, delicato ma mai superficiale. In ogni fotogramma si avverte la loro umanità limpida, la capacità rara di entrare in punta di piedi nel cuore delle cose, restituendone la verità senza forzarla. Hanno raccontato l’innovazione, certo, ma lo hanno fatto parlando di persone, di sogni, di possibilità, rendendo il messaggio tecnico qualcosa di profondamente umano.

Il film esplora la realtà di Futuro Solare, un’associazione nata a Siracusa con l’obiettivo di progettare veicoli ad energia pulita. Cuore del progetto è Archimede, l’auto solare costruita da studenti, tecnici e ricercatori siciliani, oggi arrivata alla versione 2.1, che sperimenta l’uso di batterie agli ioni di sodio: una scelta sostenibile, innovativa e concreta.

Ma ciò che rende unico questo racconto è come viene narrato. Antonella e Fabio hanno saputo far parlare non solo la macchina, ma le persone, le idee, la fatica, l’entusiasmo. Hanno trasformato un progetto tecnico in un’esperienza umana e collettiva. E lo hanno fatto con quella grazia che li contraddistingue da sempre.

E poi, c’è un legame speciale. Perché questa macchina conosce Enna ed Enna conosce questa macchina. Una decina di anni fa, fu proprio a Pergusa che Archimede venne inaugurata, grazie alla volontà di un gruppo di ennesi, tra cui proprio Fabio e Antonella, gemellati con il team di Siracusa. Un incontro di territori, di visioni, di energie. Un seme che oggi fiorisce anche sul grande schermo.

Chi li conosce sa che sono due persone perbene, di quelle che oggi sembrano rare: educate, discrete, entusiaste, sognatrici. La loro sensibilità artistica nasce da una sensibilità umana ancora più profonda. Non si atteggiano, non si impongono. Lavorano, ascoltano, osservano. E poi, quando filmano, accade qualcosa di raro: il reale si trasforma in emozione.

Il Sole che verrà è solo l’ultimo esempio di questo approccio. Un docufilm che parla di sostenibilità e futuro, ma che grazie al loro tocco diventa anche una riflessione sulla cura, sulla responsabilità, sulla bellezza possibile. La bellezza delle mani che costruiscono, dei ragazzi che imparano, degli adulti che guidano. E, soprattutto, la bellezza di chi guarda tutto questo con occhi pieni di meraviglia. La bellezza di chi ha ancora il coraggio di sognare e la forza di fare diventare i sogni realtà.

Antonella Barbera e Fabio Leone sono questo: meraviglia e visione. Due voci silenziose ma potenti nel panorama del cinema contemporaneo. Due fari che non cercano riflettori, ma che riescono, ogni volta, ad accenderli sugli altri. E nel farlo, ci ricordano che c’è ancora spazio per un cinema che scalda, che illumina, che sogna. E che fa sognare.

Con la loro regia fatta di empatia e intelligenza, con una sensibilità fuori dal comune, hanno dato voce ai giovani, alla ricerca, al desiderio di cambiare le cose. Hanno fatto parlare il sole. E lo hanno fatto con la discrezione dei grandi e la forza dei giusti.

La loro partecipazione al Giffoni non è solo un traguardo. È un segnale. È la conferma che esiste ancora un modo di fare cinema onesto, profondo, necessario. Un cinema che abbraccia. Che non dimentica. Che costruisce ponti. Un cinema che non brilla per mettersi in mostra, ma per illuminare ciò che conta.

E oggi più che mai, abbiamo bisogno di registi così. Di persone che raccontano non per sé, ma per donare qualcosa al mondo. Come Archimede cattura il sole per muoversi, così loro catturano l’anima delle cose per farci emozionare. E ci ricordano che anche l’arte, come l’energia, può essere pulita e vitale. Il loro è un cinema che non ha bisogno di effetti per commuovere. Solo della luce giusta. Quella che sanno trovare ovunque. Quella che portano dentro.

Manuela Acqua

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