Cultura

Il prof. Pietro Colletta premiato a Gela: cultura, memoria e rigore storico

Non solo sport e spettacolo, ma anche profonda cultura e coscienza storica hanno attraversato la serata del Galà dello Sport e del Terzo Settore che ha riempito il Teatro Eschilo di Gela di emozioni, riflessioni e gratitudine. Tra i momenti più significativi dell’evento organizzato da ASI, il premio conferito al prof. Pietro Colletta ha rappresentato un segnale importante: la storia, quando vissuta con profondità e responsabilità, diventa un atto civile, un modo di resistere all’oblio e all’indifferenza.

Filologo dei testi latini medievali e docente all’Università di Palermo, Colletta, già professore presso la Kore di Enna, è stato premiato per il suo lungo e rigoroso lavoro di ricostruzione storica attorno alla figura di Federico II di Svevia, sovrano e intellettuale che ha segnato l’identità culturale del Mediterraneo medievale. Ma dietro il premio, c’è molto di più: c’è il riconoscimento di un pensiero che vede nello studio della storia non un lusso per pochi, ma una necessità per tutti.

La motivazione del riconoscimento sottolinea il contributo significativo di Pietro Colletta alla diffusione e valorizzazione della cultura medievale in Sicilia, grazie a una narrazione storica rigorosa, documentata e rispettosa della complessità dell’epoca. Il suo impegno ha permesso di superare visioni semplificate e pittoresche del Medioevo, restituendo al pubblico siciliano una rappresentazione autentica, profonda e con un forte valore educativo, capace di rendere vivo e consapevole un patrimonio culturale troppo spesso trascurato.

Colletta, in virtù dei suoi studi e delle sue pubblicazioni, è considerato oggi il maggiore specialista a livello nazionale e internazionale della cronachistica siciliana del Trecento e Quattrocento, ma è anche un divulgatore appassionato e apprezzato in tutta Italia. E’ uno studioso che non si accontenta del dato accademico: il suo lavoro è attraversato da una tensione etica profonda che mira a conoscere il passato per abitare con consapevolezza il presente. Per lui, la filologia non è solo analisi dei testi, ma ascolto delle voci del tempo, recupero di una memoria collettiva che, se dimenticata, ci rende più fragili, più esposti alla manipolazione, più lontani dalla verità.

Nel corso della serata, il premio gli è stato conferito come membro del comitato scientifico per le rievocazioni storiche, insieme gli archeologi Paolo Barresi e Simona Modeo, per aver garantito rigore, autenticità e profondità interpretativa in ogni attività culturale collegata alle rievocazioni federiciane.

Ma ciò che il pubblico ha percepito, e che è stato sottolineato, è che Colletta è molto più di un docente: è un custode della memoria, un intellettuale che crede nella cultura come bene comune. Le sue ricerche, i suoi interventi pubblici, la sua presenza all’interno di progetti educativi e divulgativi dimostrano una cosa chiara: la Storia è viva, se abbiamo il coraggio di interrogarla.

“Studiare il Medioevo – ha detto in più occasioni – significa fare i conti con chi siamo oggi. E Federico II è una figura che ci sfida ancora: con la sua visione interculturale, con il suo rapporto con il potere e la conoscenza, con le sue contraddizioni”

In tutto questo, non può non colpire il fatto che oggi Pietro Colletta sia docente all’Università di Palermo, dopo aver contribuito in maniera significativa, per anni, alla vita accademica dell’Ateneo ennese. In una stagione in cui sempre più si avverte l’urgenza di legare il sapere ai territori e di costruire relazioni profonde tra università e comunità, la sua assenza a Enna si fa sentire. Alcune presenze, quando si perdono, rivelano solo dopo il loro vero valore.

In una serata dove sport, arte e impegno sociale si sono intrecciati, tra premi a campioni come Alice Mangione, esibizioni artistiche e videomessaggi da protagonisti del Terzo Settore, la voce della Storia, grazie al prof. Colletta, è risuonata forte. A ricordarci che non c’è futuro senza memoria e che ogni gesto di conoscenza è già un gesto di libertà.

Manuela Acqua

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