Il Pride torna a Enna: luci di inclusione, ombre di frammentazione

Lo scorso 31 maggio si è svolto in città il secondo “Enna Pride”, festa coloratissima e coinvolgente, rivolta all’attenzione per i temi della discriminazione, anzitutto sessuale.
Una novità assoluta pe la nostra comunità, che replica la manifestazione dello scorso anno e che è stata accolta tutto sommato senza grandi polemiche con rispetto per chi manifesta, senza che si abbia notizia di intolleranze o di opposizioni formali.
Gesto di grande civiltà da parte dei cittadini ennesi, evidentemente pronti ad accogliere una pluralità di voci e sentimenti, una presa d’atto della nostra proverbiale tolleranza.
Inquadrato il contesto, però, anche prescindendo dalle opinioni dei singoli, non possiamo aver fatto a meno di notare che qualche differenza con l’evento dello scorso anno, essendo stato quello attuale preceduto da svariate polemiche, con gruppi che si sono ufficialmente dissociati e che si sarebbero insabbiati su discussioni su regolamenti e definizioni formali rispetto al comitato organizzatore.
Se ciò fosse vero, purtroppo, dovremmo prendere atto che ancora una volta le divisioni si alimentano sempre quando si tratta di contendersi il ruolo capofila di questa o quest’altra associazione, concentrandosi sul “come” e sul “chi” di una manifestazione, dimenticando il “perché”, ovvero il motivo per cui si manifesta.
Ancora, più alto è il senso dei concetti che si vogliono esaltare e delle richieste che si vogliono portare avanti, maggiore è la discrasia con le divisioni interne.
Non sappiamo nel merito cosa sia accaduto, aldilà di quanto riportato dalla stampa locale e dai social, né ci permettiamo di attribuire colpe e/o ragioni, ma ci limitiamo ad osservare, dall’esterno, che forse si è persa un’occasione di coinvolgimento più ampio, magari senza grosse coloriture politiche, anche per consentire a chi vorrebbe abbracciare la battaglia per il rispetto di ogni tipo di amore ed affetto, a prescindere dalla proprie idee, senza necessariamente dover abbracciare una bandiera di partito, sapendo distinguere i temi universali da quali particolari, cercando di non dividere e frammentare una società già troppo divisa e polarizzata.
Gianpiero Cortese