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Il muro di gomma

Qualcuno, quelli con i capelli bianchissimi come me ed anche poco meno di me, ricorderà il titolo di un film inchiesta, il primo, che narrava sostanzialmente la storia anche personale del compianto Andrea Purgatori, finissimo giornalista di inchiesta, prematuramente scomparso due anni fa, circa la sua pervicace, ostinata e cocciuta ricerca della verità sulla strage di Ustica.

Il fatto non lo rievochiamo qui per brevità, ma ciò che conta è il valore di una battaglia per la verità, condotta da un’associazione di familiari, che si videro strappare i loro cari senza un perché, la metà senza nemmeno poter vedere i corpi, per intrecci di potere ed interessi internazionali indicibili, con la complicità delle autorità italiane ed il silenzio di chi doveva tutelare i cieli d’Italia.

Ogni volta che si era vicini ad un frammento di verità, si rimbalzava indietro senza nessuna certezza, appunto come una pallina su un muro di gomma.

Ora veniamo a noi: alcune vicende locali di natura anche giudiziaria, ma sostanzialmente sociali e di (basso) costume comportamentale, ci riportano a questo strano rimbalzo sulla gomma.

Tematiche di abuso sessuale che avrebbero richiesto da parte di taluno dei protagonisti, anziché una piccata risposta (difendersi attaccando e lanciando la palla in tribuna, dando la responsabilità ad una presunta eccessiva e persino diffamatoria mediaticità, cercando di minimizzare fatti molto gravi, buttandola un caciara se non in battute di cattivo gusto), una seria riflessione, un dialogo con le vittime, la ricerca di sanare ciò che si era inevitabilmente incrinato, anche nel rapporto con una pubblica opinione smarrita e disorientata, specie per il ruolo pubblico di certi personaggi.

Invece niente, negare sin’anche l’evidenza, respingere le accuse, montare presunti improbabili complotti, appunto lasciar rimbalzare lo stupore di tanti di noi in un muro di gomma, che assorbe e rinvia al mittente le tante dolorose domande che i cittadini si sono posti, rimaste senza risposta.

Ciò indubbiamente ha prodotto e produrrà sempre più una frattura non facilmente sanabile nella nostra cittadinanza ed avrà riflessi nell’avvenire, nell’atteggiarsi della vita sociale cittadina, nel disincanto, trasformato in disgusto, da parte di molti, che si trasformerà in disinteresse per i temi della comunità, incluse anche le prossime consultazioni elettorali comunali, che qualcuno tenta di trasformare in gossip di terzo livello, mentre i temi in campo dovrebbero essere ben altri, più concreti e meno basati sui personalismi.

Non resta molto per essere ottimisti, salvo il coraggio di pochi che hanno messo in gioco la propria stessa persona, per denunciare quello che non era più tollerabile ed è da ciò che bisogna ripartire, contro tutti i muri di gomma.

Gianpiero Cortese

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