Il Circolo di Conversazione di Enna inaugura la nuova sede: un patrimonio di memoria che guarda al futuro

Ci sono luoghi che non sono semplici spazi fisici, ma scrigni di memoria, custodi silenziosi di storie, voci, ideali. Il Circolo di Conversazione di Enna è uno di questi. Fondato nel 1898, attraversa oltre un secolo di vita cittadina mantenendo intatto il suo spirito originario: quello dell’incontro, del dialogo, della cultura condivisa.
Ieri, 20 dicembre, la sua storia ha scritto una nuova pagina. Con un’emozione composta e profonda, è stata inaugurata la nuova sede del Circolo che dalla storica collocazione di via Roma si è spostata di pochi passi, in via Varisano 21. Un trasferimento breve nello spazio, ma denso di significato nel tempo: perché la storia non si interrompe, si trasforma.
Alla cerimonia inaugurale erano presenti soci, socie, rappresentanti di associazioni e club service del territorio, segno di una comunità viva e desiderosa di collaborare. Un momento di condivisione che ha ribadito come il Circolo non sia un’eredità da custodire gelosamente, ma un patrimonio da aprire alla città.

Dietro questa continuità lunga oltre un secolo ci sono, soprattutto, i soci. Uomini e donne che nel tempo hanno scelto di credere nel valore del Circolo non come semplice luogo di ritrovo, ma come presidio culturale e umano. Sono loro ad averne custodito lo spirito, anche nei momenti più delicati, facendosi carico della responsabilità di tramandare una storia che non appartiene a pochi, ma all’intera comunità ennese.
I soci del Circolo di Conversazione sono custodi attivi della memoria: conoscono il valore dei documenti, delle testimonianze, dei racconti che quelle sale hanno ospitato, ma sanno anche che la memoria, per restare viva, deve essere condivisa. È in questa consapevolezza che nasce la volontà di aprirsi, di dialogare, di intrecciare relazioni con il territorio e, soprattutto, con le nuove generazioni.

Non a caso, il Circolo di Conversazione è stato recentemente riconosciuto “Patrimonio immateriale culturale” con delibera comunale n. 40 del 19 febbraio 2025. Un riconoscimento che va oltre la forma e che affonda le radici nel valore profondo dei beni custoditi al suo interno: antichi spartiti musicali risalenti alla metà dell’Ottocento, manufatti identitari che raccontano la storia sociale e culturale, riviste culturali dell’Assemblea Regionale Siciliana, tra cui una preziosa testimonianza che documenta la nascita dello Statuto siciliano, recante la firma di Umberto I.
Documenti che non sono solo carta e inchiostro, ma tracce vive di un passato che continua a parlare. La loro valenza storica contribuisce alla salvaguardia del patrimonio immateriale e diventa strumento fondamentale per il trasferimento della memoria alle giovani generazioni, affinché la storia non resti immobile, ma diventi consapevolezza, dialogo, partecipazione.
Ed è proprio qui che si coglie il senso più profondo dell’impegno dei soci: nella volontà di non chiudere la storia in una teca, ma di farne un racconto aperto. Aprire le porte del Circolo significa offrire uno spazio di confronto, di crescita, di ascolto; significa mostrare che la tradizione non è un peso, ma una risorsa, capace di orientare il futuro senza irrigidirlo.

Nel corso dell’inaugurazione, il presidente del Circolo, l’ingegner Giuseppe Giarratana, ha sottolineato il senso profondo di questo passaggio: “Da questa sera apriamo alla comunità cittadina la nostra nuova sede. Lo spirito amicale è, da sempre, la mission del Circolo, dalla sua fondazione. Oggi segniamo il passaggio dalla sede storica a quella attuale, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria del passato, proiettandoci nel futuro”.
Parole dense di significato, che racchiudono l’essenza di un’istituzione capace di rinnovarsi senza rinnegarsi. Perché il Circolo di Conversazione di Enna non è soltanto un luogo dove il tempo è passato: è un luogo dove il tempo resta, si ascolta, si condivide.
E mentre le porte della nuova sede si aprono, insieme ad esse si apre una promessa: quella di continuare a essere punto di riferimento culturale, spazio di dialogo e di amicizia, grazie all’impegno di soci che credono nella forza della memoria e nella necessità di consegnarla, viva e consapevole, alle generazioni che verranno. Perché finché ci saranno persone disposte a crederci, il tempo non passerà invano. Rimarrà. E continuerà a raccontare.
Manuela Acqua



