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Enna, la fine di una stagione e l’urgenza di una fase nuova

La seduta del Consiglio comunale di ieri, convocata per affrontare uno degli ultimi passaggi di bilancio di questa amministrazione, ha restituito un’immagine chiara: un’aula in larga parte vuota, pressoché abbandonata dagli esponenti della stessa maggioranza, un confronto quasi inesistente, un momento istituzionale decisivo affrontato senza quella partecipazione e quella densità politica che dovrebbero caratterizzare la chiusura di un ciclo amministrativo, e un bilancio approvato solo grazie al senso di responsabilità dell’opposizione, che ha inteso preservare l’ente dalle sanzioni che sarebbero arrivate in caso di mancata approvazione di diversi punti all’ordine del giorno. È una fotografia impietosa che va oltre il dato formale e segna, nei fatti, la fine di una stagione politica.

Quella scena è coerente con l’esito complessivo dell’esperienza amministrativa guidata da Maurizio Dipietro. Una stagione che si chiude lasciando Enna più debole sul piano politico e istituzionale, progressivamente marginalizzata, incapace di esercitare il ruolo che le spetterebbe come città capoluogo. La perdita di centralità e di protagonismo, l’assenza di una visione riconoscibile, hanno prodotto conseguenze evidenti: un’economia impoverita, un centro storico svuotato, una difficoltà strutturale nel trattenere giovani e competenze, un rapporto mai davvero costruito con i fattori di sviluppo, a partire dall’Università. È il bilancio di un finto civismo che ha rinunciato a scegliere e, così facendo, ha rinunciato a governare.

Proprio per questo, il passaggio che si apre non può essere ridotto a una semplice alternanza o a un cambio di formule. Serve una fase nuova, radicalmente diversa, capace di uscire dalla mediocrità che ha segnato questi anni e di rimettere Enna al centro. Una fase che sappia intercettare e utilizzare in modo serio gli investimenti europei, attrarre capitali e competenze, creare indotto, dare una funzione chiara al centro storico, fermare l’emigrazione giovanile. Una fase che riconosca nell’Università, nella prospettiva di un Policlinico, nella creazione di Poli di investimento, al di là di ogni slogan episodico, assi strategici attorno a cui costruire sviluppo, sanità, ricerca, lavoro qualificato e futuro per la nostra comunità e, in particolare, per i giovani.

La stagione che si è chiusa ieri non va difesa né rimpianta. Quella che deve aprirsi va costruita con serietà, visione e senso della misura, superando le formule del passato e recuperando una più autentica e piena funzione della politica come strumento di trasformazione e cambiamento, una volta che questa, perso ogni inutile orpello, venga rimessa al servizio della comunità, delle nuove generazioni e del ruolo che Enna deve necessariamente tornare ad avere.

Lillo Maria Colaleo

Segreteria regionale PD Sicilia

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