Enna, il Belvedere dimenticato. Lo sfogo delle famiglie: “ridateci un posto sicuro dove far giocare i nostri bambini”

Il Belvedere Marconi, da sempre cuore pulsante della socialità ennese, oggi non sorride più come un tempo. Un luogo che ha accolto generazioni di famiglie, bambini che correvano tra le giostre, anziani seduti a scambiare due chiacchiere all’ombra, giovani in cerca di uno spazio per ritrovarsi. Oggi, quello stesso spazio versa in condizioni di trascuratezza che fanno male agli occhi e al cuore.
A denunciarlo sono alcuni cittadini, esasperati dalla mancanza di risposte concrete. Hanno deciso di rivolgersi formalmente al Comune con una PEC inviata il 7 luglio, nella speranza che qualcuno si fermi ad ascoltare e ad agire.
Il quadro descritto è desolante: aiuole invase da escrementi, insetti ovunque, panchine rotte. Le giostrine, un tempo centro del divertimento dei più piccoli, oggi si contano sulle dita di una mano. Quelle rimaste sono danneggiate, insicure, in alcuni casi pericolose. Solo uno scivolo sembra ancora resistere, diventato l’unico punto di gioco… e, purtroppo, anche una porta da calcio improvvisata. Sì, perché nelle ore del pomeriggio e della sera, il piazzale vicino alle giostre diventa spesso punto di ritrovo per gruppi di adolescenti che, mancando spazi adeguati, si organizzano come possono. Non ci sono cattive intenzioni, ma la convivenza con bambini piccoli diventa difficile. Pallonate involontarie, urla, spazi condivisi con difficoltà. Alcuni bambini sono stati colpiti mentre giocavano tranquilli con i genitori accanto. Le mamme raccontano di aver assistito a piccoli incidenti, lacrime improvvise e soprattutto a un senso crescente di insicurezza.
E poi ci sono gli avvallamenti lungo il viale, buche e pavimentazioni irregolari che non aiutano chi spinge un passeggino o accompagna un bimbo che muove i primi passi.
I cittadini però non vogliono fare la guerra ai ragazzi. Al contrario, la loro presenza è segno di vitalità. Ma proprio perché il Belvedere è uno dei pochi luoghi dove generazioni diverse si incontrano naturalmente, serve una gestione attenta, rispettosa e inclusiva. È questo che chiedono: attenzione. E rispetto per chi lo vive ogni giorno.
Nella segnalazione si chiedono interventi urgenti: pulizia straordinaria, disinfestazione, ripristino degli arredi urbani e dei giochi. E anche una presenza più costante della polizia municipale, per promuovere comportamenti rispettosi e garantire la sicurezza di tutti.
Il Belvedere Marconi è uno dei pochi luoghi rimasti dove si può davvero parlare di comunità. Dove bambini, anziani, famiglie, ragazzi possono convivere. Ma perché questo sia possibile, servono cura, manutenzione e una visione chiara.
Chi ha firmato questa richiesta non vuole protestare. Vuole collaborare. Vuole credere che Enna possa e debba fare meglio, partendo dai suoi luoghi simbolo.
Perché un parco pubblico non è solo un luogo fisico. È memoria condivisa, presente vissuto e promessa di futuro. È lì che si impara a convivere, a rispettarsi, a crescere insieme. Oggi il Belvedere Marconi chiede aiuto. Ma non solo: lancia una sfida. Alla politica, alle istituzioni, alla coscienza civica. La sfida di restituire dignità a un luogo che appartiene a tutti.
Perché se è vero che una città si misura da come tratta i suoi spazi comuni, allora il Belvedere è lo specchio in cui Enna deve guardarsi. E decidere chi vuole essere.
Manuela Acqua