Enna e il sogno europeo: la Settimana Federiciana è passione che fa rete

C’è una luce che resta anche quando i riflettori si spengono. È quella che brilla nei volti, nelle mani, nei gesti semplici e appassionati di chi ha reso possibile la Settimana Europea Federiciana appena conclusa. Una luce che non è fatta solo di eventi, di cortei, di costumi medievali o di musica. È fatta di persone, di legami, di una città che ci crede.
Dal 5 all’11 maggio, Enna si è risvegliata ogni giorno un po’ più consapevole del proprio valore. La XIX edizione della manifestazione, dedicata al tema “Federico II e il sogno europeo”, non è stata solo una rievocazione storica. È stata un viaggio collettivo dentro la memoria, dentro l’identità, dentro il desiderio, ostinato e tenero, di sentirsi comunità.
Abbiamo brindato a Federico, accolto bambini nei laboratori, ammirato mostre ricche di bellezza e significato, ci siamo lasciati incantare dalla poesia e dalle voci, dalle danze e dalla luce dorata dei vicoli medievali. Ma quello che ha davvero emozionato è stata la presenza viva e costante di chi ci mette cuore ogni giorno.
Come Cettina Rosso, Maria Renna, Giuseppe Castronovo, presenze preziose, anime instancabili che da anni custodiscono con passione e tenacia un sogno collettivo che continua a prendere forma. Sono loro a tendere la mano ai più giovani, a guidarli con l’esempio, a infondere coraggio e visione. Come Antonio Messina, presidente della Bottega Culturale, uomo generoso e profondamente convinto che la cultura sia il seme della rinascita. Con la sua forza gentile e il suo entusiasmo contagioso, riesce a far sognare e credere anche i ragazzi che lo affiancano, una squadra di giovani professionisti animati da passione autentica, che costruire qualcosa per la propria città è non solo possibile, ma necessario e meraviglioso.
E poi c’è Ivana Antinoro e la sua Officina Medievale, che non “costruisce” soltanto cortei, ma emozioni. Le sue rievocazioni storiche sono cucite con passione, capaci di farci sentire parte di qualcosa di antico e profondamente nostro. Tra le tante cose, Ivana ci ha anche regalato la maestria di Angelo Butera con le sue “Donne di Federico”: abiti che sono veri e propri capolavori, ancora in mostra presso il Circolo di Conversazione.
Come non citare Elisa Di Dio e Davide Campisi, che con la forza del teatro e della musica ci hanno fatto viaggiare con “Il viaggio di Costanza”, lasciando il pubblico sospeso tra epoche e sentimenti.
E tra i protagonisti, spicca l’energia affettuosa e coinvolgente di Pietro Colletta, presidente della Società Dante Alighieri, che da “straniero” ha scelto di amare questa città e di farlo con il garbo e l’entusiasmo di chi conosce il significato profondo della parola appartenenza. Il prezioso lavoro di Rosamaria Merlo e Fabio Di Fina, anime infaticabili dell’associazione Laberna Aps, che hanno saputo trasformare il Belvedere Marconi in un vero e proprio mercato medievale pulsante di vita, restituendo ai visitatori il fascino di un tempo antico, tra tamburi, giullari e profumi di pane appena sfornato. Una visione concreta di cosa significhi dare corpo a un sogno collettivo.
Accanto a loro, l’amministrazione comunale, che con presenza discreta ma continua ha sostenuto ogni momento. È giusto e doveroso sottolineare l’attenzione partecipe degli assessori Giuseppe La Porta e Mirko Milano, che non sono mancati mai, segno che una politica vicina ai cittadini è possibile, concreta e sincera.
Pippo Lombardo, sempre pronto a contribuire con la sua sapienza. Ornella Gullotta, artista dell’anima, le cui tele raccontano più di mille parole e catturano l’essenza profonda delle tradizioni popolari, trasformando ogni colore in emozione viva. E le scuole, coordinate dalla passione educativa e dall’inarrestabile energia di Maria Renna e Lucrezia La Paglia, che con il loro lavoro paziente hanno saputo coinvolgere alunni, docenti e famiglie, portando al teatro l’anima più pura di questa festa e dando voce alle nuove generazioni.
E poi i mercatini, i tamburi, le degustazioni: ogni dettaglio ha parlato di un amore per Enna che non è affatto scontato.
In attesa degli appuntamenti di luglio, resta una verità dolce e potente: Enna ha un cuore che pulsa. Nonostante le difficoltà, nonostante i ritardi, nonostante tutto. E pulsa grazie a chi non si arrende, a chi si mette in gioco, a chi crede davvero che fare rete sia l’unico modo per costruire qualcosa che resti.
C’è chi semina bellezza, chi la custodisce, chi la racconta. Tutti insieme, come in una grande tela medievale. Perché alla fine, ciò che rende grandi le città non sono i monumenti, ma le persone che non smettono di amarle.
E adesso, con il cuore ancora pieno di gratitudine, aspettiamo con emozione e impazienza il grande Corteo di luglio, pronti ancora una volta a lasciarci sorprendere, coinvolgere, unire.
Manuela Acqua