Attualità

APPENA POSSIBILE

La città è sempre più colorata. Di un colore esplicativo. L’arancione attesa. Sempre meno gli sbarramenti grigi e ferrosi di opere da far partire. Sempre più strade, palazzi, chiese su cui bisogna intervenire delimitati da un grigliato plasticoso arancio che chiede comprensione e fiducia per dei lavori che non hanno un’indicazione di inizio. Un crittato, ma neanche tanto “Abbiate pazienza” “Stiamo mantenendo lo stand by per voi”. “Non ci chiedete quando”. ”Per ora è così.” “Prima o poi.” La chiesa di san Francesco, d’Assisi. I gazebo, I vicoli ei marciapiedi. Perfino lo sbarramento della panoramica ha un beffardo stop arancione a certificare quanto sia ineffabile la sua storia. A volte però, di un tratto, l’arancione- inerzia assume la variante lavori in corso, come la chiesa di San Francesco di Paola avvolta fino a pochi giorni fa da uno zoccolo antinebbia color carota. La scelta dell’arancione deve essere uno di quei messaggi subliminali capaci di far passare un ‘idea che contrasta con la realtà. Perché a cercarne il significato recondito il colore arancione esprimerebbe questo “è il simbolo di armonia interiore, di creatività, di fiducia in se stessi e negli altri. Nello spettro luminoso si colloca tra il colore rosso e il colore giallo. Nel simbolismo dei colori l’arancione esprime la comprensione, la saggezza, l’equilibrio, l’ambizione.” Ma l’arancione che tinteggia la plastica, che delimita e congela la scena credo assuma ben altro significato. Tornando allora alla realtà, se l’arancione attesa vuole richiamare l’idea del semaforo si rimane in fremente attesa dell’onda verde.

Mario Rizzo

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