Appello Rugolo, la difesa attacca: “Indagine condotta senza esaminare la scena del crimine”

Terza udienza d’appello per Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato a quattro anni e sei mesi dal Tribunale di Enna per violenza sessuale aggravata su minori. Oggi in aula ha preso la parola uno dei suoi avvocati, Dennis Lovison, che ha messo sotto accusa l’intera indagine condotta dalla squadra mobile di Enna.
Lovison, ex carabiniere del nucleo operativo, ha dichiarato con fermezza che la polizia giudiziaria non avrebbe mai nemmeno visionato la scena del crimine. Una mancanza grave, secondo la difesa, che mina alla base la solidità del lavoro investigativo. Per l’avvocato, è inaccettabile che un’inchiesta di tale portata sia stata costruita senza un’analisi diretta dei luoghi in cui sarebbero avvenuti gli abusi.
La difesa ha inoltre tentato di smontare uno degli elementi più controversi emersi nel corso delle indagini: le intercettazioni telefoniche che, secondo la polizia, dimostrerebbero che Rugolo, mentre parlava al telefono, avrebbe navigato su siti pornografici. Lovison ha definito questa ricostruzione impossibile, pur non negando che dal computer del sacerdote risultino ben 10.890 accessi a siti con tag “teens” in soli nove mesi. Per il legale, si tratta di un dato che, per quanto allarmante, non prova le accuse contestate.
Sul fronte ecclesiastico, intanto, è in corso un procedimento presso il Dicastero per la Dottrina della Fede. Non è ancora chiaro se Rugolo sia stato interdetto dal celebrare pubblicamente messa, né se si stia valutando la sua riduzione allo stato laicale. L’istruttoria, svoltasi a Piazza Armerina, ha incluso l’ascolto di testimoni e presunte vittime, alcune delle quali avrebbero riferito gli abusi direttamente al vescovo Rosario Gisana, all’epoca dei fatti.
In aula erano presenti Rugolo, le parti civili, i genitori di Antonio Messina, l’archeologo la cui denuncia ha dato origine al procedimento penale, lo stesso Messina, i rappresentanti delle associazioni Rete L’Abuso e Cotulevi, nonché i legali della Curia di Piazza Armerina e della parrocchia di San Giovanni, dove si sarebbero consumati alcuni degli abusi.
Le prossime udienze si terranno il 10 e il 12 giugno. La sentenza è attesa per il 17.