A Enna il Natale si è perso. Forse ha trovato lo svincolo chiuso.

C’è un punto, ogni dicembre, in cui il cittadino ennese si chiede se non abbia sbagliato stagione. Le notifiche sul telefono dicono “Avvento”, i supermercati sono pieni di panettoni da ottobre, le pubblicità mostrano famiglie perfette che si scambiano regali scintillanti. Ma basta affacciarsi per strada, a Enna, per capire che qui il Natale è un concetto lontano, sfocato, quasi teorico. Una festa che esiste altrove, ma che in questa città sembra dissolversi nel nulla.
A Enna il Natale non esiste perché manca quell’idea collettiva di comunità capace di trasformare semplici luci in un’atmosfera. Qui si accende poco: qualche lampadina isolata, poca immaginazione e un entusiasmo natalizio che sfiora lo zero. Le vie, pur punteggiate da qualche luce sporadica, continuano a trasmettere un senso di vuoto. E se questa è la situazione in alto, giù a Enna bassa e a Pergusa il quadro è ancora più desolante: addobbi quasi inesistenti, luci rare come miraggi, un paesaggio che non suggerisce affatto l’arrivo delle feste. I bambini, guardando nei cartoni animati alberi giganteschi e piazze scintillanti, finiscono per credere che siano set hollywoodiani, non qualcosa che potrebbe davvero trovare spazio nel centro storico o nei quartieri della città.
A Enna il Natale non esiste perché ogni volta che si parla di “eventi natalizi”, si finisce risucchiati nella solita nebulosa di burocrazia, bandi last minute, iniziative annunciate e poi evaporate. E quando qualcosa si fa, arriva con la stessa intensità emotiva di un neon difettoso: una luminaria qui, una foto opportunity là, giusto per dire che “qualcosa c’è”. Ma la verità è che a mancare non sono soltanto le decorazioni: è una visione. Un’idea condivisa di città che vuole celebrare, vivere, attrarre, sorprendere.
A Enna il Natale non esiste perché non c’è narrazione. Nessuno racconta una storia. Non c’è un’identità natalizia, un filo conduttore, un rito urbano che trasformi dicembre in un tempo speciale. Tutto sembra affidato al caso, agli sforzi isolati di qualche commerciante, alla buona volontà di chi ancora insiste a credere che “quest’anno magari…”.
Eppure, paradossalmente, Enna sarebbe il luogo perfetto per un Natale memorabile: il suo profilo medievale, i suoi panorami sospesi, la sua verticalità quasi mistica. Basterebbe pochissimo per far respirare la magia. Ma quel “pochissimo” continua a non arrivare.
Così, ogni anno, gli ennesi vivono un Natale parallelo: quello digitale, televisivo, immaginato. E mentre altrove le città si trasformano, qui tutto rimane uguale. Non c’è nemmeno un vero disincanto; c’è piuttosto una rassegnazione pacata, come se la città stessa si fosse convinta che il Natale sia un lusso, o peggio ancora, un’inutile complicazione.
E allora sì: a Enna il Natale non esiste. Non perché non si possa fare, ma perché nessuno ha mai voluto davvero che esistesse.
Forse, un giorno lontano molto lontano, qualcuno deciderà di regalare alla città non l’ennesima luminaria traballante, ma un’idea vera. Fino ad allora, dicembre continuerà a essere quello che è sempre stato qui: un mese qualunque, freddo, silenzioso e praticamente indistinguibile da novembre… se non per il calendario che insiste a chiamarlo Natale.
Manuela Acqua



