Enna, Seminara (PD): domande sul bilancio partecipato

Il Partito Democratico di Enna ha sempre considerato il bilancio partecipato uno degli strumenti più alti e significativi di democrazia partecipativa, capace di avvicinare le istituzioni ai cittadini, valorizzare le energie civiche e costruire scelte condivise per la città.
Proprio per questo, con rammarico e crescente preoccupazione, non possiamo ignorare le numerose polemiche e segnalazioni pubbliche che, negli ultimi giorni, hanno accompagnato il percorso del bilancio partecipato 2025. Polemiche che non riguardano il merito dei progetti – tutti meritevoli di attenzione – ma le modalità, i tempi e alcune pratiche emerse, che rischiano di indebolire la credibilità dell’intero processo.
Nel rispetto delle istituzioni e dei cittadini e soprattutto a seguito dell’intervento pubblico dell’amministrazione, crediamo sia doveroso porre alcune domande semplici, ma necessarie, nella convinzione che la trasparenza rafforzi – e non indebolisca – la partecipazione democratica.
1)Perché il percorso del bilancio partecipato 2025 si è svolto in un arco temporale così ristretto, con tempi estremamente compressi tra pubblicazione dell’avviso, presentazione delle proposte e fase di voto, limitando di fatto una partecipazione ampia e consapevole?
2) Per quale motivo diversi cittadini segnalano che, durante eventi pubblici patrocinati dal Comune – come il presepe vivente – venissero raccolte firme o preferenze per specifici progetti, creando una commistione tra evento patrocinato dal comune e campagna di voto per il bilancio partecipato?
3) È vero che all’Urban Center – sede di attività culturali comunali – sarebbe stato allestito un punto di raccolta voti non formalmente autorizzato, e con quali atti amministrativi?
4) È vero che volontari del Servizio Civile Universale del Comune di Enna avrebbero materialmente assistito o facilitato la votazione per uno specifico progetto?
In caso affermativo, con quale titolo e sulla base di quali disposizioni?
5) Nel caso in cui fosse confermato, come si concilia la presenza di volontari del Servizio Civile del Comune in uno stabile attualmente dato in concessione a un soggetto privato, e quali sono i confini tra attività pubblica, gestione in concessione e supporto organizzativo?
6) In che modo il Comune garantisce che l’utilizzo di beni comunali in concessione non produca vantaggi indiretti o asimmetrie tra soggetti partecipanti al bilancio partecipato?
7) Perché le informazioni circa lo spoglio non sono pubbliche e liberamente accessibili, nonostante si tratti di un processo di democrazia partecipativa?
8) Chi ha materialmente raccolto, custodito e verificato le schede di voto, e secondo quali criteri di controllo e validazione?
9) Per quale ragione le votazioni per le singole proposte progettuali sono state inviate a un indirizzo di posta elettronica ordinaria, e non alla PEC istituzionale del Comune, come normalmente avviene per procedure che producono effetti amministrativi? 10) Quali misure concrete intende adottare l’Amministrazione per garantire, in futuro, uniformità di condizioni, neutralità dei luoghi e pari opportunità di partecipazione per tutte le associazioni e per tutti i cittadini?
Non ci facciamo particolari illusioni: sappiamo che molte di queste domande rischiano di restare senza risposta o di essere archiviate come “polemiche”. Ma il nostro dovere politico è porle, perché il bilancio partecipato non appartiene all’Amministrazione di turno, bensì alla comunità.
Ribadiamo con forza che tutti i progetti presentati meritano rispetto, così come le associazioni e i cittadini che vi hanno lavorato con impegno e passione. Proprio per questo riteniamo che eventuali opacità, confusioni di ruoli o forzature procedurali non danneggino un singolo progetto, ma l’idea stessa di partecipazione civica e riteniamo per ciò stesso indispensabile tutelare le tantissime persone ed associazioni che hanno così tanto creduto nella democrazia partecipata nel nostro comune.
Il Partito Democratico continuerà a difendere e promuovere strumenti di democrazia partecipata, ma non rinuncerà mai a chiedere trasparenza, correttezza e chiarezza, nell’interesse esclusivo della città di Enna.
Giuseppe Seminara, Segretario PD Enna



