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Enna, la Polizia di Stato esegue un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a carico di un uomo indagato per il reato di stalking

Personale della Polizia di Stato della sezione reati contro la persona della Squadra Mobile di Enna ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale a carico di un uomo di Enna indagato per il reato di stalking, sottoponendolo alla misura degli arresti domiciliari con contestuale applicazione del braccialetto elettronico.

L’indagato si sarebbe reso responsabile di condotte persecutorie a danno di una donna, apponendo, in più occasioni e periodicamente, sulla carrozzeria dell’autovettura della vittima, frasi fortemente offensive e a contenuto sessuale, generando nella donna un profondo stato di ansia e paura. A seguito della denuncia sporta dalla vittima presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Enna, sono stati immediatamente avviati mirati servizi di appostamento e pedinamento. Le tecniche investigative utilizzate hanno consentito di indirizzare l’attività del presunto autore, pianificando movimenti e modalità di azione. Le attività investigative, condotte in stretta collaborazione con la Polizia Scientifica della Questura di Enna, hanno permesso di individuare e identificare l’autore delle condotte persecutorie.

Alla luce degli elementi raccolti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna ha con urgenza avanzato richiesta di applicazione di una misura cautelare ed il Giudice per le Indagini Preliminari, valutata la gravità dei fatti, ha disposto, in tempi brevissimi, la misura degli arresti domiciliari a carico dello stalker, con applicazione del braccialetto elettronico.

Si evidenzia, in ultimo, che il procedimento penale pende in fase di indagini preliminari e che l’indagato non può essere definito colpevole fino a sentenza di condanna irrevocabile.   

L’operazione rappresenta un esempio concreto dell’efficace sinergia tra la Polizia di Stato e la Magistratura. Grazie alla comunicazione tempestiva tra gli investigatori della Squadra Mobile di Enna e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, è stato possibile attivare in tempi rapidissimi il protocollo di tutela previsto per le vittime di violenza e atti persecutori. Questo coordinamento operativo, fondato su un dialogo costante e sulla condivisione immediata delle informazioni, ha consentito di garantire una tutela immediata alla vittima.

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