Varie

Processo Acquaenna: tra reati ambientali e responsabilità politiche

Il processo riguardante Acquaenna, in proprio ed in capo ai suoi vertici, è il risultato di una lunga e complessa indagine, che tra l’altro ha visto confluire anche un filone di indagine relativo alla mancata depurazione nel comune di Barrafranca, con rinvio a giudizio di amministratori comunali.

Le accuse principali riguardano reati ambientali in relazione alla omessa depurazione, che avrebbe cagionato danni ad un cittadino di Nicosia, che denunciò i fatti perché presunto danneggiato sul proprio terreno.

I fatti risalgono al 2017, il procedimento in fase di indagini ha riguardato esami approfonditi da parte dell’ARPA, del NOE dei Carabinieri di Palermo, corredato da due perizie commissionate dal PM e dalle quali emergerebbe la costante violazione degli obblighi inerenti la convenzione di gestione da parte del privato, violazioni riguardanti tutti i comuni del territorio dell’ambito di Enna.

Siamo alle fasi iniziali, alcune parti offese hanno chiesto di costituirsi parte civile, in particolare il Comune di Enna, unica amministrazione locale, il privato denunciate, il neo comitato “Seanz’acquaenna”.

Orbene ora, aldilà dei tecnicismi giuridici e giudiziari, così come al netto delle preclusioni temporali cui l’esercizio dell’azione civile in sede penale, cioè l’avanzare domanda di costituzione di parte civile, che indubbiamente può sempre essere esercitata al termine del processo, laddove taluno dovesse essere condannato, in un caso come questo agire in giudizio in una sede penale avrebbe consentito agli enti territoriali, titolari del conferimento dell’incarico al gestore privato tramite l’Assemblea dei Sindaci, di “esserci” in una fase in cui si forma la prova sulle ipotesi, ad esempio, di violazione degli obblighi imposti con la convenzione di esercizio del 2004.

Cioè, gli enti territoriali, rappresentanti dei loro vessati cittadini, che pagano le bollette più care d’Italia, ricevendo un servizio non precisamente dei migliori, avrebbero potuto seguire in diretta la consistenza o meno dell’accusa e trarne le dovute conclusioni laddove in assemblea ATI, come già emerso, si dovesse valutare la revoca del servizio ad Acquaenna.

La rinuncia a tale facoltà va stigmatizzata a dovere e portata a conoscenza dei cittadini con grande chiarezza: i Sindaci, tranne quello di Enna, va detto, hanno rinunciato alle loro prerogative di controllo, conferite dalla legge, dai regolamenti e dalla convenzione, lasciando che il processo segua il suo corso senza il loro contributo.

Le conseguenze di tale atteggiamento le valuteranno i cittadini ma rimane il fatto che dinanzi agli interessi del gestore privato notiamo una singolare distrazione collettiva, diversamente ad esempio da quello tenuto anni fa sul tema dell’ATO rifiuti e della sua disastrosa e fallimentare gestione.

Gianpiero Cortese

Mostra altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
error: Contenuto Protetto!
Close
Close