La Polizia di Stato di Enna esegue un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due soggetti, indagati per i reati di frode nelle pubbliche forniture e gestione illecita di rifiuti

Lo scorso 1° luglio, personale della DIGOS di Enna, nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Check & Balance” diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari degli arresti domiciliari emesse dal G.I.P. di Enna nei confronti di due soggetti, rispettivamente rappresentante legale e responsabile tecnico di una ditta aggiudicataria del servizio di gestione e raccolta rifiuti in nei comuni di Valguarnera Caropepe e Agira.
L’operazione costituisce il risultato di una complessa attività d’indagine, protrattasi per oltre un anno, che ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine alla frode perpetrata da una ditta aggiudicataria del servizio di gestione dei rifiuti ai danni di due comuni della provincia ennese.
La strutturata attività di indagine esperita farebbe emergere un consolidato sistema finalizzato a dissimulare la corretta e completa esecuzione degli appalti stipulati e un meccanismo volto a frodare i Comuni con cui la società intratterrebbe rapporti. Sarebbe stato registrato un forte incremento dei quantitativi dei rifiuti prodotti e smaltiti, anche fino a 500.000 kg in più annui, non in linea con la constatata diminuzione di abitanti nei luoghi interessati; sarebbe stata appurata la falsificazione dei documenti di trasporto dei rifiuti e l’inosservanza di svariati obblighi contrattuali.
All’esito di una importante perquisizione presso vari obiettivi, che ha visto l’impiego di oltre 35 unità, sarebbero emerse diverse irregolarità sul bilico utilizzato dalla società per pesare i camion carichi di rifiuti provenienti da circa 60 Comuni dell’intera regione Sicilia.
Grazie anche al coinvolgimento dell’A.R.P.A. e dell’Ispettorato del Lavoro, nei capannoni in uso alla società insistenti in un Comune della provincia sarebbe stata inoltre appurata una attività di gestione di rifiuti non autorizzata, con conseguenti ripercussioni sulla salubrità dei luoghi, e sarebbero state riscontrate svariate violazioni della normativa vigente in materia di Sicurezza sul Lavoro.
La condotta fraudolenta adottata nell’esecuzione del contratto di fornitura, e la gestione di un impianto con una pesa risultata manomessa, come tale non idonea e certificare il peso nei confronti di qualsivoglia partner commerciale, avrebbe generato l’indebita percezione di denaro pubblico ai danni dei Comuni costretti a pagare per quantitativi falsati di rifiuti.
In definitiva, la complessa indagine che condurrebbe all’accertamento della frode perpetrata, di una gestione illecita di rifiuti e di numerose violazioni del D. Lgs. n. 81/2008, costituirebbe la risposta concreta della Polizia di Stato a tutela del buon andamento della P.A. e dell’interesse privatistico dei cittadini danneggiati dall’aumento delle tariffe, con un importante contributo anche in materia ambientale, di sicurezza sul lavoro e di pubblica fede nei rapporti economici tra parti.
Si evidenzia che il procedimento penale pende in fase di indagini e che gli indagati non possono essere definiti colpevoli fino a sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.