Antonio Messina incontra la Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori: “Auspico una verità che sia d’esempio per altre vittime”

Antonio Messina ha preso parte all’incontro svoltosi ieri a Roma con la Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori, organismo vaticano istituito per garantire e promuovere la protezione dei minori all’interno della Chiesa. Ad accompagnarlo, il suo legale, a conferma della serietà e delicatezza dell’iniziativa.
Un momento di grande rilievo, che rappresenta un passo fondamentale nel percorso personale e pubblico di Messina, impegnato da anni nella ricerca di verità e giustizia rispetto agli abusi subiti.
«Ho accolto con rispetto l’attenzione riservata alla mia persona e al mio caso da parte della Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori, ma ritengo opportuno mantenere il riserbo sui contenuti dell’incontro», ha dichiarato Messina. Ma aggiunge con lucidità e determinazione: «Auspico una risoluzione anche a livello ecclesiastico, che apra la strada alla verità e possa essere da esempio per altre vittime».
L’avvio di un’indagine ecclesiastica nei casi di abuso è uno strumento essenziale per il riconoscimento e la riparazione all’interno della comunità cattolica. Non si tratta soltanto di un atto formale: è un passo necessario per superare decenni di silenzi, sottovalutazioni e, troppo spesso, insabbiamenti.
L’indagine ha un valore profondo, non solo per le vittime – che trovano finalmente ascolto e possibilità di giustizia anche sul piano spirituale – ma anche per la Chiesa stessa, chiamata a confrontarsi apertamente con le proprie responsabilità storiche e morali.
L’incontro romano assume dunque una portata che va oltre la vicenda personale di Messina: è il simbolo di una battaglia che coinvolge tante altre persone, spesso rimaste invisibili. Riconoscere queste storie, ascoltarle e affrontarle con verità e coraggio, è il solo modo per restituire dignità alle vittime e credibilità alle istituzioni ecclesiastiche.
Una possibile apertura di un procedimento canonico rappresenterebbe un segnale chiaro: che la Chiesa non teme la verità, ma la cerca. E che le vittime non sono più sole.