Processo d’appello a Giuseppe Rugolo: nessuna sentenza il 27 maggio. Attesa per l’udienza al vescovo Gisana
Nel processo di appello, che si celebra presso la Corte d’Appello di Caltanissetta, a carico di Giuseppe Rugolo — il sacerdote condannato in primo grado a quattro anni e mezzo di carcere dal Tribunale di Enna per violenza sessuale su minori — nella prossima udienza, fissata per il 27 maggio, non verrà emessa la sentenza.
Lo ha annunciato la presidente della I sezione penale, Roberta Serio, al termine della seconda udienza, nel corso della quale sono intervenuti Giovanni Di Giovanni, legale di parte civile della famiglia di Antonio Messina, il giovane archeologo che ha denunciato Rugolo.
Per la prima volta dall’inizio del processo, né Antonio Messina né la sua avvocata, Eleanna Parasiliti Molica, erano presenti in aula. “Sono stati convocati dalla Santa Sede, in Vaticano”, ha spiegato Di Giovanni. Assente anche l’imputato, Giuseppe Rugolo.
L’avvocato Mauro Lombardo, legale della parrocchia di San Giovanni — dove si sarebbero consumate alcune delle presunte violenze — ha criticato la sentenza di primo grado, sostenendo che non avrebbe approfondito aspetti chiave della vicenda.
Gabriele Cantaro, avvocato della Curia di Piazza Armerina, chiamata in causa come responsabile civile, ha denunciato un presunto attacco mediatico al vescovo Rosario Gisana e ha concentrato il suo intervento sulla distinzione tra Curia e Diocesi. Secondo lui, sarebbe stato più corretto citare la Diocesi, poiché la Curia rappresenterebbe solo una sorta di segreteria operativa della stessa.
Intanto cresce l’attesa per l’udienza predibattimentale, fissata per il 26 maggio al Tribunale di Enna, in cui risultano imputati per falsa testimonianza il vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e il suo vicario giudiziale, Vincenzo Murgano, attuale parroco della Chiesa Madre di Enna. I due sono accusati di aver mentito in aula durante il processo a carico di Rugolo.
